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Free and Easy

Regia di Jun Geng vedi scheda film

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La recensione su Free and Easy

di ROTOTOM
8 stelle

Divertente e amaro. Surreale crime movie di disperati alla ricerca di un modo per sopravvivere alla scomparsa del loro mondo.

Ladri con saponette.

scena

Free and Easy (2016): scena

Una costante fondamentale nel cinema cinese contemporaneo è la proposta di storie di fantasia inserite in un contesto realistico di stampo quasi documentaristico. Tra il superblockbuster in grado di dragare gli incassi di una nazione media in un fine settimana e il cinema intimistico degli autori acclamati nei festival, esiste una folta proposta di cinema di genere che svela, sullo sfondo di storie di fantasia, realtà completamente diverse rispetto a quelle ormai comunemente accettate ammiccanti alla Cina come un paese in crescita esponenziale, sempre più aperto alla modernità, proiettato nel futuro.

Così è Free and Easy (il titolo è la traduzione di un detto popolare delle regioni del nord della Cina), uno slabbro nella realtà che utilizza la commedia surreale per descrivere un non luogo presidiato da sconfitti, fantasmi-ombra dimenticati dal progresso che si arrabattano per sopravvivere.

La cittadina post-industriale teatro della storia è dispersa nel nord est cinese, fatiscente, le case solo parzialmente costruite e abbandonate, adiacenti a impianti industriali ora immobili ma che nel piano di crescita avrebbero dovuto portare l’agognato benessere e invece così non è stato. L’impressione è di una città che ha provato a elevarsi rispetto alle proprie ambizioni e non ce l’ha fatta, ricadendo pesantemente al suolo e fermando il tempo all’istante della caduta.

scena

Free and Easy (2016): scena

I personaggi che abitano questi luoghi continuano ad aderire ottusamente a un ruolo istituzionale e urbano che non esiste più travalicando con questo atteggiamento il limite del dramma per ricadere nel grottesco. Con misura però, senza alcuna esagerazione, adottando quasi il ritmo della commedia algida nordeuropea, l’intreccio di malfattori di mezza tacca e truffatori che si avvicinano ai residenti per spennarli, ispira un senso di divertita compassione per l’ingenuo traccheggio che mettono in atto, sfruttando a loro vantaggio i rituali e le credenze soprattutto religiose che regolano la vita dei cittadini.

Il film smuove un sano senso del ridicolo e le risate sono sempre a denti stretti ma questo tipo di commedia, inedita per la cinematografia cinese, è più profonda di quello che appare. Il progresso non solo lascia dietro di sé sacche di umanità sconfitte costrette a fare di necessità virtù ma scardina le certezze etiche e religiose che da sempre regolano la vita dell’uomo, creandone altre. Non a caso è una saponetta, colorata, profumata, il motore della storia: il venditore seduce le sue vittime con l’oggetto che è la base della vanità e del piacersi ma che trasformata in arma diventa una triste metafora del fallimento dell’individualismo, dell’edonismo, del neo liberismo. E’ un film di denuncia in fondo, Free and Easy, che sostituisce il dramma esistenziale con l’ironia e che registra con acume gli sguardi attoniti dei protagonisti sorpresi nell’atto di scomparire.

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