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Omicidio al Cairo

Regia di Tarik Saleh vedi scheda film

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La recensione su Omicidio al Cairo

di tobanis
7 stelle

UN film che è anche e soprattutto un atto di accusa alla società egiziana, sia in basso che in alto.

Questo è un buon poliziesco: una famosa cantante viene trovata morta e, si sa da subito, il mandante è un parlamentare e l’autore un uomo dello Stato. Il poliziotto protagonista si troverà ad indagare un caso difficile, dato che presto si vorrà che tutto venga insabbiato. E fin qua, buon film, da sette, ben recitato, ben costruito.

Ma questo è anche un film politico, un’accusa di fatto alla situazione egiziana da parte di un regista che da tempo vive nel Nord Europa. Ecco dunque che la polizia è raffigurata così com’è, un’accozzaglia di delinquenti, gente che prende il pizzo dalla popolazione (peraltro incline a ritenere il tutto come una normalità), poliziotti che fregano i soldi dai deceduti ammazzati o dagli interrogati, una società marcia fino al midollo, dove tutti sono prepotenti con i deboli e leccaculo coi potenti, dove vai avanti perché conosci qualcuno di importante o sei imparentato (il protagonista è il nipote del capo polizia locale), una nazione di merda insomma, dai vertici alla base, dove gli onesti (il padre del protagonista) sono l’unica voce rimasta della coscienza.

E allora politica per politica, ricordiamolo, il vomitevole governo Gentiloni, che tra le varie porcherie fatte riaprì l’ambasciata italiana in Egitto per “dare nuovo slancio alle inchieste su Regeni” quando tutti, da subito, capirono che era una frottola, poi purtroppo confermata, e un modo di mettersi a 90° davanti allo squallido governo egiziano e fare perdere quel poco di dignità che dovrebbe rimanere alle nostre massime istituzioni. Ma per far fare una figura di merda all’Italia e trattarla come una merda (ripetita iuvant) ci si è poi messo anche lo squallido governo Conte, giusto per dare un colpo alla botte e uno al cerchio, che non ha pensato minimamente di avere sussulti di orgoglio ma solo di continuare a essere presi in giro ed essere inculati dagli egiziani per dritto e per rovescio. Vedendo questo film sono ancora più chiare le balle raccontate dalle autorità egiziane, che in fondo non capiranno bene di cosa ci stiamo sorprendendo, se un detenuto è tale senza motivo, poi torturato e ucciso, beh, cosa c’è di strano, si chiederanno i trogloditi laggiù.

Speriamo che il nuovo Governo di fine 2019 richiami immediatamente l’ambasciatore, ma c’è da sperarci poco, direi; se poi mi sono dilungato troppo poi sull’aspetto politico, beh, è un film politico, il regista dipinge la sua ex Nazione molto peggio di me….che cazzo.

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