Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Big Fish & Begonia

di Scarlett Blu

8 stelle

Animazione spettacolare per una storia non facile e poco infantile, che tocca corde spirituali, che parla di vita, di morte e di anime che tornano in forme diverse. Studio Ghibli insegna, ma i risultati sono diversi e per nulla scontati. Suggestivo e molto coinvolgente, meglio di certe baracconate americane e pure nipponiche. Da vedere.

Non è facile parlare di questo film bellissimo, emozionante e difficile, poco adatto per la tematica complessa e affascinante ad un pubblico infantile. La visione ai più piccoli rende necessaria la presenza di un adulto, per spiegare il senso di certe scene e il significato profondo di un' opera intimistica con una fortissima componente spirituale, lontana dalla nostra cultura occidentale cristiana.

Film cinese del 2016 che arriva da noi solo ora, secondo di genere animazione orientale (non giapponese) che mi capita di vedere, e non ha nulla da invidiare a quella americana o giapponese. La storia prende spunto da una leggenda taoista, e si allaccia a credenze spirituali legate al volgere delle stagioni, al tempo, alla connessione della vita con la morte e la rinascita delle anime in forme diverse, dove vita e morte non sono nè inizio nè fine ma solo le tappe di un percorso, fatto di amore, destino, sacrificio per l'altro.

La connessione con lo Studio Ghibli tanto decantata, potrebbe essere suggerita solo per lo stile del disegno, ma io ho avuto l'impressione di trovarmi su un altro piano, non tanto per quanto riguarda la tecnica, spettacolare e curata nel dettaglio, che diventa poetico, ma proprio perchè mi è sembrato che il film non vada a cercare facili soluzioni, nè percorsi buonistici; indubbiamente qualche suggestione da "La città incantata" si sente, ma gli esiti sono molto differenti, e volendo il film è meno cerebrale, più diretto dove serve.

C'è un mondo parallelo al nostro, abitato da esseri che non sono umani e neppure divini, esseri magici, che controllano il tempo e le stagioni, l'equilibrio tra le parti del tutto, esseri dai misteriosi poteri destinati ugualmente alla morte, che non distrugge, ma trasforma la forma della vita (e allora il nonno della protagonista muore e diventa un albero, mentre la nonna è incarnata in una maestosa fenice).

Così una giovane adolescente, Chun, durante un rito di passaggio si trasforma in un delfino per trascorrere sette giorni nel mondo degli umani e aquisire conoscienza, ma un attimo prima del ritorno, imprigionata in una rete viene salvata da un ragazzo che perde la vita per liberarla.

Per riconoscenza, la ragazza si prenderà cura dell'anima del ragazzo trasformato in pesce (Kun), fino a quando non potrà essere liberato e tornare in vita. Vita e morte hanno un prezzo, e rompere certe regole può essere pericoloso, non solo per Begonia/Chun, ma anche per il suo mondo dove le stagioni impazziscono, e dove altre persone si preoccupano per lei e le vogliono bene, come l'amico innamorato che si offre di aiutarla, perchè l'anima di Begonia è legata a quella di Kun, il pesce che deve tornare al suo mondo in forma umana, e se uno muore, l'altro seguirà lo stesso destino.

Il film è commovente e tocca corde profonde. Le immagini sono spettacolari e compensano una narrazione che a tratti potrà sembrare poco fluida, ma tutto è così trascinante e coinvolgente che bisogna solo ricordarsi di essere in un sogno, e non si può pretendere che i sogni siano sempre chiarissimi e lineari; bisogna solo lasciarsi travolgere dalla corrente e immergersi in esso.

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