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Suburbicon

Regia di George Clooney vedi scheda film

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La recensione su Suburbicon

di marcopolo30
5 stelle

Clooney personalizza una sceneggiatura scritta trent'anni addietro dai fratelli Coen. I risultati non sono esattamente eccelsi. L'intreccio narrativo resta originale, ma lo sfondo su cui si staglia non lo è più. Peggiorano il tutto dei dettagli da attivista che lasciano in questo caso il tempo che trovano.

Si Scrive “Suburbiconma si pronuncia I Fratelli Coen riletti da George Clooney” l'ultima fatica da regista del Doctor Ross di “E.R.”. Impossibile guardare “Suburbicon”, bastano anche solo 10-15 minuti, e non rendersi conto di essere in zona Joel & Ethan Coen. Tutto ciò che caratterizza, rendendolo unico ed irripetibile, il loro cinema è qui presente: un plot piuttosto intricato, (almeno) un crimine, i toni grotteschi della vicenda, personaggi secondari magistralmente sopra le righe... insomma, non manca niente. Eppure, il livello di “Suburbicon” è ben al di sotto degli standard dei fratelloni del Minnesota, avvicinando al limite solo opere minori quali “Prima ti sposo, poi ti rovino” o “Burn After Reading”. Vien quindi da chiedersi dov'è che le cose sono andate per il verso sbagliato. Se costretto da una pistola alla tempia (o da un bicchiere di latte avvelenato...) a puntare il mio euro, indicherei due fattori: 1) La sceneggiatura, scritta effettivamente dai Coen, risale al 1986, un'epoca in cui mostrare con ironia il marciume della leggendaria suburbia del boom (del sogno) americano avrebbe avuto un senso. Farlo 30 anni più tardi vuol dire invece arrampicarsi con grande sforzo per poter scavalcare una cancellata altissima ma che nel frattempo è stata però... aperta! 2) Il tocco del Clooney attivista che infila a forza nella storia l'arrivo di una famiglia di colore al solo scopo di strizzare l'occhio a una tematica assai attuale in zona Donald Trump. Che tale dettaglio sia stato aggiunto in maniera posticcia alla vecchia scenggiatura originale risulta ovvio, visto che alla prova dei fatti non ha nessuna influenza sul plot, e dubito che nel 1986 qualcuno si sarebbe preso la briga di aggiungere tale insignificante dettaglio. In ogni caso, non tutto è da buttar via in questo film: l'intreccio narrativo è originale, il ritmo non fa mai difetto, e un paio di personaggi di contorno (l'ispettore delle assicurazioni interpretato da Oscar Isaac e Gary Basaraba nei panni di Uncle Mitch) sono davvero azzeccati e gustosissimi. E comunque per Clooney questo “Suburbicon” è un passo avanti rispetto al modestissimo “Monuments Men”, sebbene ci auguriamo tutti che possa presto tornare a ben altri livelli (quelli dei primi, pregevoli film diretti, per intenderci). Molto male le cose al Box Office, con circa 12 milioni incassati a fronte dei 25 spesi per realizzare il film.

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