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All That Divides Us - Amore criminale

Regia di Thierry Klifa vedi scheda film

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La recensione su All That Divides Us - Amore criminale

di alan smithee
4 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE

Citta costiera francese di Sète, oggi. Una donna matura e bella ha preso le redini dell'attività portuale del marito tedesco, morto ormai da anni dopo essere anche stato in galera per motivi non meglio specificati.

la donna ha una figlia bellissima che tuttavia deve fare i conti con i postumi traumatici ed irrimediabili di un tragico incidente d'auto che l'ha storpiata e devastata in più punti del corpo. Per questo motivo la ragazza si abbandona al consumo di droghe e si infatua di uno spacciatorre delinquente dal gran fascino (Nicholas Duvauchelle, uno degli interpreti prediletti e ricorrenti di Claire Denis), che la seduce e le chiede sempre nuova finanza per togliersi di dosso i criminali di cui risulta sempre debitore.

Durante una lite in un luogo appartato, la ragazza uccide con un arnese il suo amante e poi fugge chiedendo aiuto alla mmadre. La quale, già impegnata a mantenere la famiglia, l'azienda e la grande villa ove abitano da anni, si improvvisa criminale ed occultatrice delle prove che incastrerebbero la figlia in un crimine assai grave.

La vicenda si complica quando uno dei giovani amici del morto si rende conto della verità e ricatta la madre della colpevole, e ancora d più quando il boss del quartiere, a cui il ragazzo ddeve una somma, intuisce che il ragazzo sta ricattando qualcuno e cerca di conoscere i dettagli di quell'intrigo.

La coppia costituita da Catherine Deneuve e Diane Kruger, madre francese e figlia franco-tedesca, non è molto credibile, se non nella somatica delle due belle e bionde attrici, ma certo molto gradevole alla vista.

Il film soffre di una certa convenzionalità, di luoghi comuni (la delinquenza di quartiere, che sorveglia la zona d'affari dai tetti delle costruzioni popolari, la classe agiata ricattata e sotto scacco degli spacciatori, i tentativi di uscire dal circolo vizioso della tossicodipendenza) già vista e resa meglio in molte altre circostanze.

La regia di Thierry Klifa, regista piuttosto affezionato alla Deneuve, non si rivela così determinante da conferire al film una sua aurea magica da polar o da film di genere.

 

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