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I'm - Infinita come lo spazio

Regia di Anne Riitta Ciccone vedi scheda film

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La recensione su I'm - Infinita come lo spazio

di Spaggy
7 stelle

Il 7 novembre 2007 una sparatoria in un centro scolastico di Tuusula in Finlandia uccide nove persone: sei studenti, un’infermiera scolastica, la rettrice e l’attentatore stesso, ovvero Pekka-Eric Auvinen, studente della scuola. Dodici restano invece ferite dagli spari e altre undici dalle schegge di vetro. La ragione del gesto sembrano incomprensibili ma le indagini rivelano pian piano come Auvinen avesse nel tempo caricato diversi video su YouTube che lasciavano presagire qualcosa di tragico. Il suo essere studente ha poi portato in superficie i suoi interessi culturali e la sua stessa vita scolastica, fatta di mancanza di integrazione e di atti di bullismo di cui era spesso vittima. Emarginato perché considerato strambo, Auvinen ha trovato nella strage il suo riscatto.

Poiché eventi di tale portata non sono soventi nella placida e innevata Finlandia, la regista siculofinlandese Anne Riita Ciccone è rimasta molto colpita dall’episodio e ha maturato nel tempo il desiderio di portarlo sullo schermo con I’m – Infinita come lo spazio, affrontandolo però da un punto di vista fittizio, ovvero quello della liceale Jessica. Jessica vive in un mondo distopico fuori dal tempo e dallo spazio: nessun dettaglio ci indica dove siamo e in che anno. Ci sono boschi coperti di neve e fitta vegetazione in cui la nostra moderna Cappuccetto Rosso scappa dal lupo e ci sono smartphone, internet e musica alternativa. Ma c’è soprattutto il disegno, talento di cui è straordinariamente dotata la ragazza che a scuola viene considerata una reietta a causa delle sue abitudini, delle sue passioni e delle origini familiari. Di Jessica capiamo subito che ha un papà immaginario, con tanto di testa di zucca, e una mamma invece eccessivamente invasiva con cui non ha un rapporto felice. Sorella maggiore di una bambina, Jessica non accetta nemmeno la sorella e fa di tutto per non vivere una distesa dimensione domestica. Rinfaccia alla madre di non capirla e di non essere riuscita a darle una vita migliore di quella prospettata dal suo essere una madre single lavoratrice, commessa di un ipermercato. Le uniche persone con cui Jessica ha un sottile legame sono un’amica come lei esclusa, un compagno di scuola che vive nel suo stesso triste condominio di periferia e una cantante non più in tenera età che cerca disperatamente di agguantare il successo. Non le va bene neanche con il preside e le sue insegnanti, troppo attenti a regole e programmi scolastici per lasciare adito e spazio a personalità lontane dai comportamenti da squadrone accettati.

Mathilde Bundschuh, Riccardo Sinibaldi

I'm - Infinita come lo spazio (2017): Mathilde Bundschuh, Riccardo Sinibaldi

 

In un mondo costantemente connotato da colori grigi, dall’hockey e dalla passione per la caccia, Jessica ha il potere (visionario) di trasferire i suoi fumetti dalle pagine del suo quaderno alla realtà. Citando ora Alice nel paese delle meraviglie o Cappuccetto Rosso come già si diceva prima, la Ciccone si diverte a sperimentare proprio nella dimensione onirica del fumetto trasformando il dramma socio-adolescenziale in un drama fantasy tridimensionale. Il mondo del fumetto assume colori che il mondo reale non è fino al momento in cui esplode la violenza di un reietto. Nell’asfittico panorama cinematografico dei prodotti generazionali italiani, I’m - Infinita come lo spazio è sicuramente innovativo per forma. Qualche difetto invece lo subisce nel sovraccarico di spunti di riflessione che la Ciccone dissemina: se sia dettato da fattori contingenti o frutto di volontà, non è dato saperlo. Prevale poi un fondo ottimistico quasi utopico: si invita a perseguire comunque i propri sogni e a provare ad agguantarli una seconda volta qualora un primo tentativo fallisca per volontà di un destino avverso. Altrimenti, si può essere felici anche con una vita semplice, una casa modesta e un lavoretto per sbarcare il lunario per evitare di fare la fine di Susanna, la vicina di casa che, tra i pregiudizi di chi la circonda, sogna ancora di fare la rockstar. E, a proposito di Susanna, va dato plauso alla regista di avere affidato a Barbora Bobulova, fin troppo sottostimata per colpa delle tante fiction rassicuranti interpretate, il ruolo della sua vita. 

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