Regia di Michael Curtiz vedi scheda film
La considerazione di Eco sull'effetto omerico dell'irruzione indecente di archetipi sembra la più adatta a spiegare non solo il successo ma anche il fascino che continua a esercitare sul pubblico questo film, così nettamente superiore agli altri di Curtiz; ma non basta. Anche gli altri suoi films sono infarciti di archetipi, ed anche questo è come gli altri pieno di eccessi, di ingenuità, di incoerenze che non sono più tali perché qui ogni comportamento risponde ad una sua logica segreta, ogni nuovo fatto arriva al momento giusto: appare naturale perfino la redenzione finale dei due più cinici abitanti di Casablanca, secondo la definizione di uno dei due, il capo della polizia, mentre l'altro, Rick, insiste infaticabilmente sul suo rifiuto di ogni ideale dopo essere stato deluso dall'amore; arriva puntuale perfino la citazione evangelica finale di Rick a Ilse che vorrebbe restare e sacrificarsi con lui, "dove vado io non potresti seguirmi" (Gv 13,36), come di Gesù a Pietro... Ogni cosa può riuscire ridicola o assurda, ma il tutto è ineccepibile e entusiasmante.
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