Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Non si capisce se trattasi di commedia o di film drammatico. Sbanda da una parte all'altra. La solita storia della vergine in pasto al minotauro emblema e capoespiatorio di un sistema sociale a giustificazione di un senso della giustizia fai-da-te. Guardate bene come funziona la mente contorta deI nordamericani e di tutti quelli che ammirano questo filmaccio con velleità pseudo-autoriali (è il trend di una Hollywood in crisi). Una persona innocente viene defenestrata, con danni risolvibili con una breve degenza (la casistica delle possibilità è più ampia ma si scelgono gli effetti meno tragici), e il responsabile che è un poliziotto psicologicamente disturbato e un po' razzista (la scelta dell'attore - mediocre - denota una tendenza comica) viene solo sospeso dalla professione. Il poliziotto giustiziere rappresenterebbe ció che gli intellettuali di Hollywood e i loro padroni produttori pensano della gente comune: ignorantelli, razzisti e giustizialisti. A loro è indirizzata la morale del filmaccio, che finge di essere libero da condizionamenti politici. Alla fine il poliziotto, folgorato sulla via di Damasco, si redime, riesce comicamente a prendere le distanze da una madre castrante - in mano ad Hitchcock avrebbe avuto tutt'altro risvolto - e la vittima si riconcilia con lui. E tutti vissero felici e armati (accattatavell': compratele). Bisogna sempre ricordarsi che dietro ai film ci sono degli sceneggiatori, non entità che governano la realtà dei fatti. Gli sceneggiatori possono cucire assieme azioni e caratteri che nella logica della realtà non sussiterebbero in quanto le loro trame sono piegate ad uno scopo preciso, dunque, moralistico - il moralismo non è solo quello buonista) mentre nella vera realtà il fine è totalmente ignoto. Kubrick docet.
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