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Jungle

Regia di Greg McLean vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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La recensione su Jungle

di Tiaz gasolio
7 stelle

Jungle – la Recessione.

Daniel Radcliffe mi aveva stupito circa un annetto fa con il film "Swiss Army Man", dove interpretava un cadavere scorreggione. Lo so che può sembrare assurdo tessere le lodi di un personaggio flatulentemente inerte, però, dal 2011, cioè da quando ha abbandonato i panni del maghetto sfigato, Mr. Radcliffe ha intrapreso una carriera brillante che lo porta a interpretare personaggi interessanti senza svendersi per pellicole da quattro soldi come hanno fatto molti dei suoi colleghi che hanno guadagnato la fama nella saga della loro età adolescenziale.
Nel 2017 quindi lo ritroviamo impegnato in una nuova fatica nei panni del sopravvissuto Yossi, un uomo con una grande sete di avventura che, in fondo, ha ricevuto dalla vita esattamente quello che voleva, cioè vivere un'esperienza fuori dal comune che gli cambiasse l'esistenza.
Il film inizia caratterizzando il protagonista Yossi/Radcliffe, descrivendocelo come il tipico ebreo di buona famiglia che, invece di dedicarsi a un lavoro produttivo, decide di girare il Sud America alla scoperta e all'avventura. In pratica lo vediamo impegnato a girarsela tra comuni hippie e ostelli della comunità ebraica. In questo suo girovagare fa la conescenza di Marcus, il tipico bravo ragazzo un po' sfigatello, e di Kevin, l'americano figo. Con i due nasce un'amicizia che si rafforza girovagando e, mentre noi spettatori ci convinciamo sempre più del fatto che tra poco assisteremo a un triangolo amoroso gay che degenererà in irrefrenabili gelosie nel bel mezzo del Sud America anni '80, i tre incontrano invece la guida Marcus, un personaggio che comincia a chiacchierare di cazzate sulla giungla, popolazioni indigene e avventure da romanzo, con quel fare da tipico contapalle di paese, quello che al bar, dopo due bianchi, vi racconta di quella volta che uno sconosciuto gli ha prestato la Ferrari.
I tre, al posto di regalarci una tormentata storia d'amore gay, decidono di avventurarsi nella giungla al seguito della pseudo guida.
Ovviamente aggirarsi per la giungla non è come fare quattro passi al Parco Lambro, ma i quattro riescono a proseguire senza troppi intoppi, almeno fino a quando Marcus dà prova della sopracitata sfiga ed è costretto a rinunciare all'avventura, guastando la festa a tutti dovendo per forza tornare indietro. E cosa pensano bene di fare i suoi buoni e saggi compagni di viaggio? Ovviamente lo mollano con la guida, decidendo di proseguire da soli in mezzo alla foresta boliviana, anche perché altreimenti avremmo visto un corto che parlava di tre pirla più la guida nella foresta boliviana dove l'insidia più infame sono le vesciche ai piedi.
Yossi e Kevin, con grande lungimiranza, decidono di proseguire da soli e godersi la foresta, manco fosse una scampagnata nel bosco. Inutile dirvi che dopo cinque minuti di film, malgrado le mille raccomandazioni della guida, i due si tuffano a capofitto nella merda, fottendosene di qualsiasi consiglio o quantomeno accorgendosi troppo tardi di star facendo la cosa sbagliata. Sarà per la sfiga, sarà per la sbadataggine, i due si separano ed inizia cos la via crucis di Yossi. Da questo punto in poi ci goiadiamo circa cinquanta minuti di Radcliffe costretto a sopravvivere nella giungla.
In questo suo girovagare solitario, con riprese che ricordano pellicole come Into The Wilde o L'Alba della Libertà, vediamo soffrire il protagonista sul magnifico fondale della giungla. La solitudine e la disperazione vengono sfruttate dal regista per mostrarci la maturazione del personaggio che supererà rapide, sconfiggerà serpenti velenosi, sfuggirà ai giaguari, si aggirerà allucinato pensando alla gnocca, sprofondando sempre di più nella disperazione. Dopo cinquanta minuti di sofferenza si ritorna a focalizzare l'attenzione sull'amico Kevin, ovvero l'americano senza paura, che pare aver superato invece la giungla senza grandi problemi, come se tutti gli sforzi che abbiamo appena visto fare a Yossi fossero una serie di enormi sfighe capitate alla merdaccia di turno. Ma è proprio grazie all'amico Kevin che Yossi ritroverà la civiltà e la salvezza. In conclusione Jungle è una pellicola che racconta una storia vera che non vi annoierà mentre seguite le sfighe del buon Radcliffe, che dà ulteriore prova delle sue capacità attoriali. Vi chiederete più volte se questo personaggio non sia lo stesso che abbiamo visto cadavere in Swiss Army Man e, alla fine nei titoli di coda, rimarrete stupiti nello scoprire che fine hanno gli altri compagni di viaggio...
per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
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