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Regia di Andres Muschietti vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su It

di Fanny Sally
8 stelle

Remake in grande stile del capolavoro di Stephen King, che esplora con lucidità e immaginazione, i drammi, le paure, i traumi e le speranze di un gruppo di ragazzi alle soglie dell'età adulta.

Quando si va a scomodare un classico amatissimo della letteratura horror firmato dal maestro indiscusso del genere, ovvero Stephen King, il rischio di incappare in critiche e proteste da parte di un nutrito ed esigente stuolo di estimatori è altissimo. Di It, tra l’altro, era già stata realizzata una celebre trasposizione televisiva nel 1990 che, pur diventando un vero caposaldo e avendo terrorizzato una generazione di adolescenti, non era comunque riuscita a riportare con sufficiente fedeltà i molteplici fili della trama costruita da King, ricca di temi scabrosi e delicati, dovendo anche piegarsi alle logiche del piccolo schermo e quindi all’esigenza di indirizzarsi ad un pubblico vasto.

 

Quando dunque sono cominciate a circolare le prime voci di un possibile rifacimento stavolta cinematografico, non sono mancati i giudizi discordi da parte degli stessi fans che, oltre a temere una nuova semplificazione della storia, si sono impensieriti soprattutto per la scelta del nuovo Pennywise, già magnificamente incarnato dal superbo Tim Curry, la cui interpretazione è rimasta memorabile ed era stata il principale motivo di apprezzamento della precedente versione. Questa volta l’iconico ruolo sarebbe spettato al giovane Bill Skarsgård, figlio d’arte (il padre è Bill, e anche i fratelli Gustaf e Alexander recitano anche loro), finora apparso solo in ruoli secondari e film minori.

 

Alla regia è stato chiamato Andres Muschietti che aveva esordito con un visionario horror paranormale, La madre (2013), mentre nel cast dei ragazzini figurano delle buone promesse tra cui Finn Wolfhard, già tra i piccoli protagonisti della serie cult Stranger Things, e la deliziosa Sophia Lillis.

 

Rispetto alla trasposizione televisiva che mescolava i piani temporali del presente e del passato, iniziando proprio dal mostrare i protagonisti già adulti per poi ripercorrerne le vicende adolescenziali, la sceneggiatura di questo film, approvata dallo stesso King, sceglie di approfondire proprio gli eventi relativi agli anni di formazione del Club dei perdenti, quel gruppo di ragazzini accomunati dall’essere degli outsider, bullizzati dai coetanei per il loro essere per svariate ragioni diversi, semplicemente perché più deboli o con situazioni familiari complicate. Su questo punto la pellicola si prende tutto il tempo necessario a presentare compiutamente ciascun personaggio con la sua storia personale, riuscendo a coinvolgere molto intimamente lo spettatore, senza eccedere nel pietismo ma anzi mantenendo uno sguardo asciutto eppure molto critico nei riguardi sia del mondo degli adulti, incapaci di comprendere i più piccoli e spesso troppo distratti e indifferenti, quando non essi stessi portatori di male. Proprio il buon lavoro di scrittura permette di identificarsi più che nella versione passata con il puro terrore provato dai giovani protagonisti che uniscono le loro forze e superano le proprie paure di fronte alle molteplici apparizioni della malefica entità mangiatrice di bambini denominata It, che predilige palesarsi con il sembiante di un terrificante clown. Skarsgard, seppure aiutato da un makeup e da effetti speciali davvero sbalorditivi, riesce a riscrivere questo personaggio e a farlo suo nelle movenze e nelle espressioni, donandogli un’aura molto più inquietante, tenebrosa e puramente cattiva, laddove Curry gli aveva conferito anche una sottilissima ironia.

 

Riuscite moltissime sequenze, a partire dalla celeberrima scena d’apertura, ben curate le scenografie che uniscono incantevoli scenari naturali a grigi e oscuri ambienti che ben trasmettono il clima malsano dell’immaginaria Derry, opportunamente dosati i momenti di violenza con quelli più teneri, intrisi di un delicato romanticismo.

 

In attesa dell’uscita della seconda parte prevista nel 2019, consigliatissima la visione di questo primo capitolo a tutti gli appassionati del genere.

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