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Nico, 1988

Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film

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La recensione su Nico, 1988

di yume
8 stelle

"Volevo restituire verità e rendere omaggio al talento di Nico e raccontare i suoi due grandi dolori: il trauma di essere cresciuta nella povertà in una Berlino Ovest distrutta — ogni volta che chiudo gli occhi, diceva, tutto riparte da lì — e il rapporto con il figlio avuto con Alain Delon, che non lo aveva mai riconosciuto." Susanna Nicchiarelli

locandina

Nico, 1988 (2017): locandina

Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli apre la sezione Orizzonti della Mostra di Venezia74 con una storia nera come può esserlo un tramonto senza sole, quando nuvoloni pesanti coprono il cielo e solo qualche bagliore di lampo illumina l’orizzonte.

Non è un biopic, Nico, l’icona dei Velvet Underground, la bionda, bellissima modella e cantante amata e vezzeggiata dai grandi dello schermo, della musica e delle arti, il mito delle masse urlanti accalcate sotto i suoi palchi di “sacerdotessa delle tenebre” ci sta dentro tutta, ma in una sorta di sintesi estrema, irriconoscibile per chi la ricorda negli anni d’oro.

Per chi non l’ha seguita e sa poco di lei è solo un' immagine segnata dalla vita, dolente ma non sconfitta.

Merito della Nicchiarelli è aver ricondotto il mito su questa terra con naturalezza, la sua Nico è una donna complessa e completa, che ha vissuto una vita troppo intensa per renderla felice e nel 1987, anno in cui si colloca il film/diario, oscuramente avverte di essere arrivata alla resa dei conti e raccoglie le ultime forze.

Le riviste dell’epoca ne delineano i contorni, i video di you tube la ricordano com’era, torna a galla un frammento di storia del ‘900 tramontato da un pezzo con i suoi nomi gloriosi, le atmosfere magiche, la nuova musica e le nuove mode, i fumi pesanti e i viaggi lisergici. Un percorso nella memoria è necessario per capire questa Nico e il suo sforzo quasi sovrumano per liberarsi da sè stessa e ritrovarsi.

Soprattutto per ritrovare il figlio.

"Volevo restituire verità e rendere omaggio al talento di Nico e raccontare i suoi due grandi dolori: il trauma di essere cresciuta nella povertà in una Berlino Ovest distrutta — ogni volta che chiudo gli occhi, diceva, tutto riparte da lì — e il rapporto con il figlio avuto con Alain Delon, che non lo aveva mai riconosciuto. I nonni paterni invece lo hanno accolto ma anche sottratto per molto tempo a una madre necessariamente assente".

Trine Dyrholm

Nico, 1988 (2017): Trine Dyrholm

Questa Nico è una donna che ha priorità diverse da quelle di un tempo, restano la sua musica e il figlio, ma anche la droga.

Appesantita nel corpo e vestita di nero, i lunghi capelli biondi diventati corvini, Nico continua a girare l’Europa con la sua band ridotta al minimo, pochi mezzi e tanta fatica, ma la sua voce trascina e continua ad ammaliare.

Nicchiarelli ha ingaggiato Trine Dyrholm per la parte, grande attrice danese di Festen, Love is all you need, La comune, cantante dalla voce notevole, profonda, è lei che canta nel film ed è lei a dare alla sua performance un vigore impressionante, nato dalla osmosi piena con il suo personaggio.

 

Trine Dyrholm non ci restituisce la buccia di Nico, ci mette di fronte la donna che Nico fu veramente, anche se per poco.

Questa è una storia di Nico dopo Nico”, ha detto la regista che ricostruisce gli ultimi due anni della donna, quelli che pochi sanno perché le luci della ribalta si erano spente da un pezzo.

 

Nulla di elegiaco, bandite le commemorazioni il passato fa irruzione solo attraverso il filtro delle parole, poche, quel bagaglio lessicale che ognuno porta con sé sedimentato nel tempo dal carattere e dalle storie di vita.

Eccoci con la femme fatale di Lou Reed” sentiamo la voce dello speaker alla radio, all'inizio del film, “Non chiamarmi così, non mi piace” risponde brusca la cantante. E non le va neppure di essere associata ai Velvet Underground, non fu un grande amore il loro.

Del passato resta Berlino distrutta dalle bombe alleate. E’ l’incipit, lei bambina con la madre che entra nella vita guardando il bagliore dei bombardamenti all’orizzonte. Sequenza fiction di apertura che spiana la strada per capire il personaggio, i suoi traumi, le sue fughe, l’amore di uomini meravigliosi e la fine di donna sola.

Andy Warhol e Brian Jones, Lou Reed e John Vale, Alain Delon e Jim Morrison, Bob Dylan e Jackson Browne, perfino una capatina sul set di Fellini

 

Un pezzo di storia del dopoguerra, uomini della sua vita di cui non resta niente, solo un figlio, amatissimo e abbandonato, ritrovato e abbandonato di nuovo per una morte assurda e prematura per una caduta di bicicletta, a 48 anni, una morte banale dopo una vita eccezionale.

 

Nel film sentiamo alcune delle sue canzoni, la voce è di Trine, potente, carnale, appassionata, e sono pezzi dai tre album finali, dominati dai toni oscuri e disperati che ormai erano parte di lei e galvanizzavano il pubblico in concerto.

 

Sei su questo pianeta per un motivo, un motivo magnifico. Ricorda: tu stabilisci le regole per te stesso.?Non c’è niente che ti possa limitare. E`tempo di dare vita a un capolavoro.

 

Sembra, sentendola cantare, che stia dicendo questo. Nella sala di grigiore sovietico della Praga prima della caduta del muro, mentre l’occhiuta polizia di regime controlla i permessi nell’altra stanza, il suo pubblico è in piedi e urla con lei prima della frettolosa fuga

 

My heart is empty 
But the songs I sing 
Are filled with love for you...

 

Un’altra breve sequenza che resta negli occhi è posta in finale, lei e il figlio seduti sulla panchina nel giardino dell’ospedale dove il ragazzo passava gran parte della sua vita.

Come siano andate effettivamente le cose non interessa chi guarda il film e le biografie sono materia dei biografi, un film è altro, entra dagli occhi e da lì trova le sue strade.

 

This is the end, beautiful friend,
This is the end, my only friend.
The end of our elaborate plans,
The end of everything that stands,
The end, no safety no surprise,
The end, I'll never look into your eyes again.

Can you picture what we'll be
So limitless and free
Desperately in need of some stranger's hand
In a desperate land?

 

 

 

 www.paoladigiuseppe.it

 

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