Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Questa nuova versione del sito che ancora mi fa sentire un po' sperduto è un perfetto paragone per la spaesatezza che prova il poeta morto William Blake quando scende a Machine, desolata cittadina di un west onirico, forse mai realmente esistito. Da timido e impacciato giovanotto Blake si trasforma in un assassino senza volerlo, per salvarsi la pelle, e lo fa senza quasi accorgersene: quando spara sembra preso da un tic veloce e meccanico. Una volta fuggito dalla cittadina con una taglia sulla testa e tre folli sicari pronti ad ammazzarlo incontra Nessuno, pellerossa scomunicato dalla sua tribù per essere stato rapito dall'uomo bianco ed averci vissuto; Nessuno è stato "condannato a vagare su questa terra da solo", terra desolata come un inferno, che non lascia scampo ai protagonisti. Nessuno e Blake instaurano un rapporto d'amicizia lungo li loro viaggio verso la ricerca dello spirito, ma l'indiano si accorge che William non è un uomo qualunque, è il defunto poeta William Blake: è Dead Man. Le note acide, quasi piangenti della Les Paul del mitico Neil Young sono perfette per questo film onirico, lento ma seducente grazie al suo stile ipnotico e mai visto prima; si potrebbe discutere per molto su dove volesse realmente andare a parare Jarmusch, se questo è un esercizio di stile o se c'è qualcosa di più... capirlo è difficile, visto che questo film è magnifico proprio per il suo alternarsi di bianco e di nero, per il suo confonderci e catturarci senza lasciarci fuggire; sfido chiunque a togliere il film una volta iniziato. Un viaggio nel nulla della vita e nell'immensità del tempo, fra le note di una chitarra e i gesti di un Uomo Morto.
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