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Rosemary's Baby

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rosemary's Baby

di Serum
7 stelle

Punto zero dell'horror demoniaco, e in generale, uno dei primi vagiti della Nuova Hollywood. Il principale referente è chiaramente Hitchcock, in particolare quello più parafilico (La donna che visse due volte), ma scavando (neanche troppo) a fondo si intravedono il senso esoterico de Il bacio della pantera e, perché no, sentori di Bergman e di Dreyer. Ma il tutto è riproposto in una veste nuova, che ha conosciuto la Nouvelle Vague, che ha il coraggio di immergersi nell'orrore e non teme il confronto con sperimentazioni visive ardite e tremendamente affascinanti (la scena del concepimento penso sia una delle vette massime raggiunte dal cinema horror) e la costruzione narrativa (clonata e riproposta decine di volte) ormai è accademia: partire da lontanissimo, lanciare via via segnali inquietanti e lasciare che il senso di spaesamento e di claustrofobia pensino a minare la tranquillità dello spettatore. Però bisogna essere onesti, rispetto ad altri film di quegli anni (su tutti, per restare nel genere, il magnifico La notte dei morti viventi) non è invecchiato benissimo: ci sono una ventina di minuti (anche mezz'ora) di troppo, i segni d'inquietudine sono eccessivamente vaghi e rischiano di dare un che di vacuo alle parentesi di vita familiare, e poi sinceramente, per quanto allegorico possa essere (la vita nella società moderna come inferno sulla terra, il seme del male che germoglia in seno alla borghesia, i rapporti familiari ed il perbenismo usati come facciata per nascondere la volontà di potenza e le ipocrisie), l'idea che il figlio di Satana nasca in un appartamento di New York per volontà di due vecchietti un po' lunatici, a distanza di anni sta in piedi a fatica. Difetti che comunque, almeno in parte, verranno limati ne L'inquilino del terzo piano.

 

 

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