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La settima musa

Regia di Jaume Balagueró vedi scheda film

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La recensione su La settima musa

di Furetto60
5 stelle

Parte bene, ma delude nello sviluppo, questo modesto horror. Non male gli attori , ma la sceneggiatura è confusa, troppa carne sul fuoco e il prodotto finito è poca cosa.

Per me si va nella città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente" nota e triste iscrizione incisa sulla porta dell'Inferno dantesco, è l’incipit del film. Samuel Solomon, alias Elliot Cowan, carismatico docente di letteratura presso l'Università di Dublino, declamando i primi versi della divina commedia, invita i suoi studenti a trarre ispirazione dai versi per esplorare il proprio inferno personale. Come da classico copione, ha una relazione clandestina con una sua allieva, che improvvisamente, dopo essersi fatta promettere amore eterno, si toglie la vita. Shock e prostrazione, per il professore che mai avrebbe potuto immaginare un epilogo simile. Samuel cade in depressione e interrompe l’insegnamento, dopo un anno è in preda a un angoscioso incubo ricorrente: l'omicidio di una ragazza, consumato attraverso un agghiacciante rituale. Ovviamente quando questo sogno prende vita e diventa un fatto di cronaca nera, Samuel incuriosito, comincia ad indagare, incontra sul luogo del delitto, dove si è recato a a caccia di indizi, un’altra ragazza, che si trova lì perché sembra aver avuto i suoi stessi incubi, è madre di un bimbo ed è vittima di un violentissimo pappone, che la costringe a prostituirsi sotto ricatto. Insieme cercano di fare luce sull’oscurità che avvolge la vicenda, ma per farlo si trovano invischiati in una ragnatela di orrori strettamente collegata al mondo dell’arte. Le muse dei poeti emergono dall’oltretomba, o forse da una dimensione altra, per cercare ricovero nei corpi dei vivi e tornare a suscitare sentimenti di amore e dolore puro, talmente violenti che solo l’arte è in grado di ospitarli, unica entità espressiva, origine e fine di tutto, madre del dolore che provoca nell’uomo, e la musa che la ispira, non aspetta altro che tornare a riscuotere il suo debito, con colui che l’ha evocata

Balagueró si affida alla consueta formula, una serie di indagini in primis ‘” accademiche'” per svelare oscuri segreti appartenenti a un remoto passato e poi ovviamente la inevitabile “full immersion” nel paranormale, con apparizioni stregonesche, magia nera e miti dell'antichità, le sette muse a cui allude il titolo, che prendono corpo davanti agli occhi, del professor Solomon. A ciò si aggiunge l'immancabile plot romantico, con la giovane Rachel l’affascinante attrice rumena, Ana Ularu, che si accompagnerà a Samuel nella sua missione da "detective dell'occulto". Nel 2007 il catalano Jaume Balagueró, che aveva già riscosso un discreto successo in patria nel genere suspense, insieme a Paco Plaza girava il film REC, adoperando la tecnica allora inusuale del cosiddetto found footage, dimostrando di saper bene padroneggiare il genere horror, costruendo un efficacissimo meccanismo di tensione. Dopo una decina d'anni il regista ci riprova, proponendo questo “La settima musa”, trasposizione cinematografica del romanzo dello scrittore cubano José Carlos Somoza. Dopo un prologo suggestivo e accattivante, che in effetti suscita una certa curiosità, il regista spagnolo imbocca la strada facile dei cliché, senza mai provare a conferire alla narrazione o ai suoi personaggi il giusto spessore. Tutto accade in modo concitato, con una sceneggiatura che, nell'intento di tenere alta la tensione e di rendere quanto mai enigmatico l’intrigo, somma troppe informazioni e indicazioni, che invece di amplificare l'effetto inquietante, complicano la trama rendendola tortuosa, riempiendo a dismisura la storia, di misteri irrisolti, che lungi dal coinvolgere, finiscono col fuorviare e allontanare l’interesse dello spettatore. Film sostanzialmente modesto

 

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