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Fino all'osso

Regia di Marti Noxon vedi scheda film

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La recensione su Fino all'osso

di Furetto60
7 stelle

Interessante film sul tema dell'anoressia, patologia poco conosciuta ai più, ma alquanto diffusa.

Ellen, è una ragazza di vent’anni, sensibile intelligente e dotata di una vena artistica, ma ha dovuto abbandonare suo malgrado il college, perché da anni lotta contro una grave forma di anoressia. Ellen proviene da una famiglia disfunzionale. La madre biologica ha lasciato la famiglia, per andare a convivere con un’altra donna, il padre si è costruito una nuova famiglia, ma per ragioni di lavoro, è di fatto una figura del tutto assente, ha una matrigna affettuosa ma incapace Susan e la sorellastra Kelly, positiva e attiva nella lotta alla malattia della sorellastra. Ellen entra ed esce dalle cliniche senza guarire, finché la sua matrigna, prova come "extrema ratio", a farla ammettere in una casa famiglia gestita da un medico alternativo e anticonformista, il dottor William Bechkam, alias Keanu Reeves, il quale non usa metodi coercitivi, ma anzi una sorta di premialità, per chi riesce a migliorare.Fin dal loro primo incontro, Il terapeuta parla alla giovane con brutale schiettezza, spiegandole che la strada che ha intrapreso, la porterà sicuramente alla morte, Ellen fa la conoscenza di altri sei pazienti con storie più o meno simili alla sua. Incontra Luke un ex ballerino solare e cordiale, che a causa di un problema al ginocchio ha dovuto rinunciare alla carriera artistica e innamorato di lei, poi Megan una donna che cerca di recuperare peso perché incinta e le sue compagne di stanza, una delle quali talmente grave, da dover essere alimentata forzatamente. Ed infine altre tre ospiti della struttura. Non sono molte le regole della casa, ciononostante Ellen fatica a seguirle, così come la maggior parte degli altri pazienti. “Sembri un fantasma”, le dice sua madre quando la rivede dopo mesi prima di una seduta insieme al dottore e agli altri familiari, dove tra discussioni animate, vengono a galla alcune delle cause che potrebbero aver procurato la malattia. La prima parte del film si concentra sul lato clinico - medico. La seconda, è quella più romanzata con l’introduzione delle storie degli altri pazienti e del flirt con l’unico ragazzo del gruppo. Quando Ellen sembrerebbe aver imboccato la strada giusta, si verifica la tragedia Megan, perde il bimbo che aspettava, viene trovata in bagno proprio da lei e da Luke. Cosi Ellen decide di lasciare la struttura e di cercare rifugio a casa della madre biologica. A questo punto si assiste ad un finale volutamente simbolico. La madre accoglie Ellen che la nutre con un biberon contenente latte di riso, tenendola in braccio come fosse ancora una neonata. La madre la culla, la madre la nutre. La figlia ritrova finalmente l’antica relazione perduta. Nell’allegoria psicologica di stampo psicoanalitico, il biberon rappresenta il seno della madre e il seno della madre rappresenta la relazione oggettuale. La madre che aveva respinto la figlia, si ricongiunge a lei, accettandola per quello che è, nutrendola e amandola come se fosse la prima volta come in un primo incontro. Ellen si lascia andare, si fa nutrire, non deve più avere il controllo. È accudita, è amata, poi si allontana verso una collina ripida e rocciosa. Qui si accascia, pensa di essere morta.

In questa condizione “trasognata” ha una visione di sé bella e rinvigorita e si osserva dall’alto accanto a Luke ma a un tratto, l’immagine di sé fulgida e sana, si trasfigura in un lugubre scheletro. È ancora lei, ma avvizzita, e senza vita, chiede a Luke spiegazioni ma lui non c’è più. Apre gli occhi. Il sole brucia alto, pizzica, ha le labbra secche ma è viva. Si alza e si incammina. Non è più indecisa, scende dall’auto di Susan e Kelly. Per raggiungere i suoi compagni pronti a rientrare

Il film non assume mai un taglio didattico, non ha presunzione di poter impartire istruzioni o consigli, sebbene mostri alcuni rituali praticati dai malati di anoressia nel tentativo di assumere continuamente il controllo, come salire e scendere le scale, fare addominali, contare le calorie, sminuzzare il cibo. D’altra parte la patologia è talmente complessa e ad ampio spettro, che sarebbe stato impreciso, dare una sola chiave di lettura, quindi lo scopo è solo illustrare alcuni aspetti di una patologia che si conosce ancora molto poco.

La protagonista del film compie un tortuoso percorso terapeutico in cui inizialmente è strettamente legata alla malattia, che esprime  attraverso il disegno. Lotta con le regole della casa, litiga con Luke che si innamora di lei e che viene stravolto,quando Ellen decide di andare via. Lotta col cibo che non ingoia o che sminuzza. Tutto questo fino al drammatico evento che la conduce al collasso.

 Ma quando tocca il fondo, riparte la risalita,si ricongiunge con la vita e può coltivare la speranza di riprendersela. Non male

 

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