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La truffa dei Logan

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su La truffa dei Logan

di Giuseppe_Avico
7 stelle

Sono passati 5 anni. Nel 2013, infatti, il regista americano Steven Soderbergh proponeva nelle sale il film Dietro i candelabri, pellicola destinata alla tv ma proiettata anche sul grande schermo. Sorderbergh è un regista capace di sperimentare e di immergersi in generi differenti spesso con ottimi risultati. Ora, nel 2018, torna al cinema con il film La truffa dei Logan. A comporre il cast troviamo Channing Tatum, Daniel Craig, Katie Holmes, Seth MacFarlane, Hilary Swank e soprattutto uno strepitoso Adam Driver.

 

Jimmy Logan, ex giocatore di football zoppicante, e suo fratello Clyde, veterano di guerra senza una mano, decidono di pianificare una rapina, una di quelle grosse che permetterà loro di riscattare la tanta sfortuna avuta nelle proprie vite. L’occasione perfetta per la rapina perfetta, almeno nelle intenzioni, è la gara automobilistica Coca-Cola 600, allo Charlotte Motor Speedway nella Carolina del Nord. I due fratelli chiederanno aiuto al galeotto Joe Bang, che dovrà occuparsi degli esplosivi. Riusciranno i Logan a liberarsi finalmente dalla terribile maledizione di famiglia e ad avere un po’ di fortuna?

 

La truffa dei Logan non è un “caper movie” come un altro; non è la storia semplice semplice di un gruppo di ladruncoli che si imbattono in una rapina più grande delle proprie tasche; non è un film commerciale capace di sfamare i languori del cinema commerciale. La truffa dei Logan, seppur con standardizzate idee che stanno alla base, riesce a rendere questo sottogenere cinematografico sulle rapine molto più interessante e sfaccettato perché capace di lavorare sui singoli personaggi con grande bravura e tenacia narrativa, anche con il rischio, assolutamente legittimo e gratificante, di non piacere e di risultare “lento”. Tanta attenzione, infatti, è riservata alla caratterizzazione dei personaggi, e più nello specifico a quelli dei due fratelli Logan. Jimmy, ex giocatore di football con una gamba malmessa, che si ritrova spesso e volentieri sullo sgabello di un bar a bere senza riserve, licenziato e costretto a vedere la figlia solo ogni tanto. Clyde, fratello di Jimmy, veterano di guerra senza una mano che gestisce il bar, sottoposto all’ironia di chi resta divertito nel vedere un barista con una mano sola. I due fratelli Logan, accompagnati dallo loro sorella Mellie, sono costretti a vivere lontani da ciò che ieri, oggi e ancora domani è il sogno americano, lontani dai riflettori di un America “Great Again”, anime in pena in cerca di redenzione, o meglio, di un regolamento di conti.

 

Se alla base troviamo una narrazione tanto efficace nella caratterizzazione dei personaggi, in superficie il film non sorprende a pieno riguardo il corso degli eventi e lo sviluppo degli stessi. Va precisato, però, che in fondo la strada adottata da questo film non è quella della spettacolarizzazione dei fatti o dell’enfatizzazione sprezzante dei colpi di scena; piuttosto il regista Premio Oscar Steven Soderbergh ha deciso di puntare sulla relazione tra leggerezza e meticolosità, un tratto ormai distintivo del regista americano. Proprio per questo il film riesce ad intrattenere benissimo, senza l’idea che alla base ci sia uno studio fin troppo maniacale, ma anche senza la trascuratezza eccessiva della narrazione, da qui lo sviluppo ottimo dei personaggi. Di certo se si parla di personaggi tanto curati, non si può non esaltare anche gli attori che gli danno vita. A tal proposito l’attore Adam Driver risulta essere colui che meglio si è immedesimato nel personaggio e nella storia, capace, attraverso espressioni ai limiti della freddezza e un’emotività granitica, di “illuminare” lo schermo di malinconia, autocommiserazione e poi rivalsa che tanto riflette lo spirito sotterraneo del film. Ottimi anche Channing Tatum, Daniel Craig e Seth MacFarlane. 

 

Soderbergh, proprio come un rapinatore, riesce a costruire un film (quasi) perfetto, ma si sa, nessun colpo è veramente privo di ostacoli, senza intoppi. Il film scorre e vive benissimo anche con i suoi millimetrici difetti, quelli che poi alla fine contano poco in un film, sicuramente di più in una rapina. 

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