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Regia di Bille August vedi scheda film

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La recensione su 55 passi

di Furetto60
6 stelle

"Legal drama" asciutto e teso. Bella prova di Helena Bonham Carter

Eleanor Riese,una donna afflitta da disturbi psichici, subisce violenze e angherie presso la struttura ospedaliera, in cui si trova ricoverata, soprattutto viene costretta ad assumere psicofarmaci in dosi massicce, che oltre a stordirla e a causarle ingestibili incontinenze, le hanno procurato serie conseguenze sulla vescica e sui reni. Un giorno riesce a telefonare a Colette Hughes, un'indomita avvocatessa, con un passato da infermiera, la quale prendendo a cuore la sua storia, avvia con lei una battaglia legale, per rivendicare i suoi diritti di donna e di paziente, affinchè nessun farmaco o nessuna terapia venga somministrata ai malati senza il loro consenso.La sua battaglia sarà dura e costellata da difficoltà, di ogni tipo, minacce comprese, peraltro i precedenti giuridici sono tutti a suo sfavore, tuttavia Colette non demorde, ostinata,di carattere, ma al contempo sensibile e delicata,intenzionata a non fermarsi di fronte a nulla,mette perfino a repentaglio il suo matrimonio, per la causa e si ammala del “fuoco di sant’Antonio” per lo stress. In stretta collaborazione con l’illustre Cohen, si spinge su di un terreno minato, difficilmente i medici sono disposti a testimoniare contro i colleghi, tuttavia tra cause e ricorsi ,persino alla corte suprema,alla fine la sua tenacia sarà premiata e la sentenza ultima sancirà la sua vittoria . Il “legal drama” firmato da Bille August racconta con stile sobrio ed essenziale, un processo che ha fatto la giurisprudenza dei diritti dei pazienti psichiatrici e non solo.

Le due protagoniste, di carattere antitetico, sono tuttavia destinate a diventare presto, compagne di lotta e amiche, Colette si fa portavoce, di chi per le più svariate ragioni, non riesce ad esprimersi,  degli ultimi ,dei reietti dei dimenticati, di coloro che non hanno più voce in capitolo, bollati come malati mentali e per questo emarginati e zittiti. Helena Bonham Carter da il volto alla protagonista e offre una performance magistrale,in cui fa sfoggio di grande maturità artistica in scene molto impegnative,su tutte quelle girate tra le claustrofobiche mura manicomiali.

 

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