Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Avati realizza un horror stupefacente, dotato di un terrore profondo che attanaglia lo stomaco e la gola con scene di incredibile bellezza e fattura (l' inquadratura di Capolicchio nella stanza illuminata fatta dalla stanza buia adiacente) con una storia ottima che, almeno a me, ha toccato le corde giuste dello spavento : i sacrifici umani, la pazzia che segue la mania, la cittadella isolata dove tutti sono in combutta e complottano per far sparire chi li ostacola (tremenda la sequenza in cui Stefano, ferito, chiede aiuto ai cittadini che si rinchiudono in casa dando la possibilità alle sorelle di liberarsene). Rimangono da incubo la voce di Legnani nella registrazione, la scena nella cantina, il terribile ritratto (soprattutto quando è completamente restaurato) e il finale nella chiesa semplicemente agghiacciante.
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