Regia di Francesco Laudadio vedi scheda film
Laudadio parte da un'ottimo spunto di critica sociale ma alla prova dei fatti realizza un film povero di idee e soprattutto recitato malissimo da un cast al limite del dilettantismo.
Francesco Laudadio, regista prematuramente scomparso nel 2005, si era distinto, almeno a inizio carriera, per film dal soggetto mai banale. Questo “La riffa” non fa eccezione, con una storia che se portata in scena da un -per dirne uno- Monicelli sarebbe certamente stato un filmone. Diretto dallo stesso Laudadio risulta invece essere un'opera piuttosto povera che, oltre a puntare eccessivamente e gratuitamente sul lato scabroso della vicenda, conta su una recitazione da rappresentazione teatrale di fine anno al liceo dell'intero cast, Ghini a parte. Monica Bellucci, la protagonista, aveva allora 27 anni, era bellissima (dote che 25 anni dopo conserva inalterata), era alla sua seconda prova attoriale dopo “Vita coi figli” di Risi e recitava da cani (ma anche in questo dipartimento il tempo le è stato amico e le va riconosciuto di essersi migliorata tantissimo). Alcuni dettagli 'autoriali' come ad esempio la metafora della purezza della campagna contrapposta alla corruzione della città, rappresentata dalla scena con l'agricoltore che, schifato, caccia via la protagonista amorale, assestano il definitivo colpo del KO a un film che ambiva a ben altre vette. Peccato.
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