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Trama

Angelika Hartmann è appena andata in pensione. Insegnante e madre di una travagliata famiglia della classe media, Angelika decide contro la volontà del marito medico di prendere in casa il rifugiato nigeriano Diallo. Il suo sogno del resto è quello di portare stabilità, fiducia e pace in famiglia così come in tutto il suo paese.

Approfondimento

BENVENUTO IN GERMANIA!: UNA COMMEDIA SU IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE

Diretto e sceneggiato da Simon Verhoeven, Benvenuto in Germania! racconta la storia di una benestante famiglia tedesca che accoglie nella sua casa un rifugiato, con tutte le conseguenze del caso. Tutto ha inizio quando Angelika, una professoressa da poco in pensione, decide, contro il parere dello scettico marito Richard, di ospitare a casa un rifugiato. Così il giovane nigeriano Diallo si trasferisce nella famiglia Hartmann. Da qui nascono una serie di vicende, complicazioni e momenti esilaranti: il trambusto non solo stravolge la vita dei due, ma anche quella dei figli Philip e Sophie, ormai adulti. La sopravvivenza del matrimonio di Angelika e Richard e le possibilità di integrazione di Diallo sono messe a dura prova. Nonostante il caos, resta la speranza che la famiglia ritrovi la sua stabilità, tranquillità e pace, come il resto della Germania.

Con la direzione della fotografia di Jo Heim, le scenografie di Eva Stiebler, i costumi di Silke Faber e le musiche di Gary Go, Benvenuto in Germania! affronta con spensierata leggerezza un tema caldo come quello dell'immigrazione in Germania. Ha racconta il regista: "Qualche tempo fa un amico giornalista mi disse: "Abbastanza coraggioso da parte tua, fare un film come questo adesso". Era un complimento? Non ne sono veramente sicuro. La verità è che non mi sentivo particolarmente coraggioso quando ho iniziato a sviluppare questo film nella primavera del 2015. Allora era una piccola storia di una famiglia piena di contrasti che decide di accogliere un rifugiato.

L'argomento era un po' insolito, ma lo trovavo eccitante e ricco di spunti. Ho pensato che fosse interessante raccontare il contrasto tra una famiglia della classe medio-alta e tutti i suoi problemi con qualcuno proveniente da un ambito culturale completamente diverso, qualcuno che si trova di fronte a problemi totalmente diversi, molto più seri. Da questo sono nate diverse possibilità comiche e altrettante di tipo emotivo.

Allora non avrei mai immaginato che questo punto di partenza, questa famiglia nucleare, sarebbe stata intesa come una specie di metafora della Germania o che avrebbe potuto essere vista come una sorta di satira sociale. Poi è arrivato il settembre 2015. All'improvviso questo era l'unico argomento. All'improvviso il mio film sembrava assurdamente attuale. All'improvviso ogni discussione familiare sembrava altamente esplosiva. E ho trovato questo microcosmo della vita familiare più eccitante che mai.

Nella mia scrittura, come nella mia regia, tendo ad affrontare le cose in modo giocoso, rilassato e politicamente scorretto e ho cercato, fino alla fine, di far confluire nel mio lavoro i riferimenti agli eventi attuali. Non ho preso nulla sul serio dal momento che nessun film, tantomeno una commedia, può soddisfare ogni sensibilità politica e prendere in considerazione ogni punto di vista sulla questione dei profughi. Nessun film potrebbe rendere giustizia ad un tema tanto vasto. Alla fine il mio film è contraddittorio quanto quello che ho sperimentato nelle mie discussioni con i rifugiati, i direttori dei centri di rifugiati, gli avvocati e le famiglie sull'integrazione quotidiana.

Ammetto che sono sempre stato sorpreso dall'umorismo con cui molti rifugiati vedono la propria situazione. Alcune di queste esperienze sono confluite nel personaggio di Diallo e non posso che ringraziare il mio attore Eric Kabongo per tutta la passione che ha messo nel suo ruolo. Se qualcuno è stato coraggioso, questo era lui.

Personalmente, la vedo così: la situazione è confusa e complessa. Il mio film non è certo una favola, né una commedia cinica e anti yes we can, anche se alcune persone forse desiderano questo ritratto in bianco e nero. La Germania, così come l'Europa, è nel mezzo di una trasformazione drastica mai vissuta fino a ora. Le persone stanno discutendo animatamente, adeguando e rivedendo prospettive e punti di vista. E questa confusione, questa incertezza, questa volatilità sono terreno fertile per la commedia.

Benvenuto in Germania! è prima di tutto semplicemente una commedia. Non può né vuole offrire serie soluzioni politiche. Nondimeno mi auguro che il film possa contribuire un po' a cambiare le cose, divenendo spunto di riflessione sul tema. Se ho un messaggio personale, allora è solo la speranza che la famiglia Hartmann - proprio come l'intero paese o forse anche tutto il nostro continente - possa ritrovare la sua pace e la sua solidarietà, nonostante le crisi e i conflitti che caratterizzano la nostra epoca".

Il cast

A dirigere Benvenuto in Germania! è Simon Verhoeven, regista, sceneggiatore e attore tedesco. Nato a Monaco in Germania nel 1972, già durante gli anni di scuola ha acquisito numerose esperienze come operatore video. Alla giovane età di 13 anni ha scritto la sua prima opera teatrale eseguita dal suo club di… Vedi tutto

Trailer

Commenti (1) vedi tutti

  • L'ingresso di un rifugiato nigeriano nel borghese nucleo familiare del titolo genera sia spunti comici che serie riflessioni su accoglienza e integrazione.

    commento di Leo Maltin
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