Espandi menu
cerca
Suspiria

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

docpask72

docpask72

Iscritto dall'8 dicembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 23
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Suspiria

di docpask72
1 stelle

C'è un punto di partenza essenziale di ogni possibile recensione, commento o opinione su Suspiria di Luca Guadagnino.

Non è un remake della precedente opera di Dario Argento, piuttosto e semplicemente, un film molto (troppo?) liberamente ispirato alla sceneggiatura originale del Maestro italiano dell'horror e di sua moglie, l'attrice Daria Nicolodi.

 

In comune, solo il titolo ed un esile spunto di trama che viene, però, sviluppata in direzione quasi opposta.

 

Una ragazza straniera, una scuola di danza tedesca, una storia di streghe. Per il resto, le atmosfere, le tematiche, l'ispirazione e i sottotesti sono talmente differenti da rendere il confronto praticamente impossibile, quanto non addirittura inutile.

 

In tal senso, questo Suspiria non è nemmeno un horror, nonostante l'ossessione citazionista di Guadagnino che si barcamena fra la statuaria gotica tedesca, certo cinema di genere di stampo orientale e il gore di altri tempi, passando attraverso un cattivo saccheggio dell'opera di Pina Bausch e di certa cinematografia sulla Guerra Fredda.

Qualche maldestro tratto fassbinderiano occhieggia qua e la, a volte cercato con eccessiva ostentazione ed inutile protervia, ma anche e forse involontario, un allure tardonovecentesco in cui risuonano gli echi di un certo Bertolucci.

 

Del'horror, invece, manca la suspence, la tensione ed il senso del mistero, rivelato già nel primo atto di un opera pretenziosa nella struttura, nella sceneggiatura, nella regia e nella fatica che si fa ad individuare il sottofondo concettuale che muove tutta la storia.

Tantomeno, si riesce a comprendere con chiarezza il punto di vista del regista, indipendentemente dalle aspettative dello spettatore che si ritrova a confrontarsi con la pesantezza e la macchinosità di una struttura che vuole sembrare perfetta ed invece risulta assolutamente scoordinata, vieppiù nemmeno troppo bella. 

 

Quel poco che regge di questa pretestuosa rilettura del film di Dario Argento si muove tutto intorno alla figura di una superba Tilda Swinton, la quale, seppur evidentemente ligia al dovere ed asservita al volere del regista, riesce a dare corpo e anima a più di un personaggio altrimenti poco definito da una sceneggiatura e da un montaggio a tratti incongruenti e decisamente irrisolti.

 

Tilda Swinton

Suspiria (2018): Tilda Swinton

 

Appassionata, coinvolgente e tesa la recitazione di Tilda Swinton nella parte di Miss Blanc, al punto tale che si arriva a desiderare la sua comparsa ed a sperare nella sua costante presenza in scena, a fronte di una più istrionica ed accademica trasformazione al maschile nel ruolo dello psichiatra. 

E' proprio l'eccellente performance fisica e interpretativa dell'attrice uno dei pochissimi motivi per cui questo film vale almeno una visione, insieme ad una fotografia apprezzabile e all'unico momento in grado di suscitare una qualche reazione estetica o emotiva, quella trascinante mise en scene del balletto Volk, purtroppo intervallata dall'inutile ed eccessivamente destrutturata fuga della coprotagonista Sara dalle buie e soverchie di inutile brocanterie "stanze segrete". 

 

Dakota Johnson

Suspiria (2018): Dakota Johnson

 

Evidentemente, mal espressa ogni possibile elucubrazione sul corpo e sul movimento, persino nella tanto osannata scena in parallelo del balletto-disarticolazione, dove la spasmodica ricerca di un qualche effetto cinematografico soverchia la costruzione del montaggio alternato, toccando vette inarrivabili di arroganza stilistica del tutto fine a se stessa.

Per il resto, i dialoghi sono spaventosamente banali e a tratti decontestualizzati, così come la colonna sonora un mero e lamentoso esercizio di stile, un guaito post-moderno di un autore fin troppo sopravvalutato come Thom Yorke che troppo spesso si scolla dall'immagine e scivola in un poco interessante sottofondo fastidioso.

 

Su tutto, regna sovrana una noia mortifera che solo nel finale del sesto atto si risveglia appena per lasciare spazio al paradosso ridicolo e ad un certo senso di pena evocati dalle immagini scadenti di un sabba involontariamente divertente e che affonda a piene mani in un immaginario qualunquista e oleografico.

 

Sostanzialmente, un film brutto ed un'operazione assolutamente evitabile.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati