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Suspiria

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Suspiria

di ethan
7 stelle

Nella Berlino Ovest del 1977, segnata dagli attentati della R.A.F., Susie Bannion (Dakota Johnson) arriva all'Accademia di danza Markos Tanz Company, diretta da Helena Markos (Tilda Swinton), proprio quando una ragazza, Patricia (Chloe Grace Moretz) è fuggita e, dall'anziano dottor Klemperer (Lutz Ebersdorf alias Tilda Swinton), dice che la scuola è un covo di streghe. Tra prove estenuanti, indagini che porteranno a clamorose scoperte, sfoggi di danza magistrali ed efferati delitti, l'intricata matassa si svilupperà fino alla sconvolgente verità finale...

Luca Gaudagnino, dopo il planetario e (forse) inatteso successo dello splendido e toccante 'Chiamami col tuo nome', cambia registro e passa ad una storia (troppo) complicata, che vuol essere al contempo un tributo al classico dell'horror dell'allora maestro Dario Argento e una rilettura in chiave diabolica della Storia della Germania dai tempi del Nazismo degli anni '30 e '40, fino a quelli del terrorismo rosso dei '70.

'Suspiria', scritto da David Kajganich avente come base il soggetto del predecessore, firmato dallo stesso Argento e da Daria Nicolodi, si avvale di una messa in scena molto ispirata ed elegante da parte di Luca Guadagnino, bravo sia nel dare al film una tensione ed un pathos via via crescenti sia nella costruzione di singole sequenze, con alcuni veri e propri pezzi di bravura: meritano di essere citate quella che si può dire 'la presentazione' dietro le quinte del covo delle streghe, tutte riunite ad un tavolo e al riparo da sguardi indiscreti, dove traspare la loro natura diabolica, la loro suddivisione in due gruppi nonché la loro capacità di ingannare il prossimo, filmato con una calibrata ed acrobatica panoramica, con la mdp, avvolgente, che gira intorno ad esse; la prima prova di 'bravura' della nuova allieva Susie, i cui movimenti, in montaggio parallelo, si riflettono, in maniera agghiacciante, sul corpo della sfortunata Olga (Elena Fokina), provocando in lei fratture in più parti del corpo, in un crescendo da torture porn; l'esibizione, parossistica, del corpo di ballo di Volk davanti ad un pubblico esterefatto.

Ciò che non funziona invece nel film è da ricercare nello script, nel quale la troppa carne al fuoco - religione, stregoneria, peccato, senso di colpa, passato, Nazismo, Terrorismo, Shoah - finisce per creare un'opera che soffre le diverse 'anime' in essa contenuta, finendo, nella parte di detection con il vecchio dottor Klemperer, che finisce per togliere tensione e ritmo e nella deriva del Sabba del pre-finale, che toccando accenti gore, sfocia in un cattivo gusto pacchiano, che fa a pugni con le ricercatezze stilistiche mostrate.

Straordinaria la prova plurima di Tilda Swinton, ormai musa dell'autore, che soverchia però il resto del pur pregevole e variegato cast, che va dalle giovani Mia Goth alla già citata C. G. Moretz, alla co-protagonista Dakota Johnson, attraente nella sua normalità ma priva del carisma per reggere parti simili, fino alle veterane Angela Winkler, Sylvie Testud e Ingrid Caven, senza dimenticare l'apparizione di Jessica Harper.

Un'opera imperfetta, al limite della pretenziosità per la miriade dei temi e dei sottotesti toccati, non tutti ben svolti, ma vibrante, 'spaventosa' e dal respiro e dalla raffinatezza europei.

Voto: 7.

 

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