Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Nella Berlino del dopo-guerra ancora divisa dal muro, una giovane ballerina americana entra in una scuola di ballo, ma ben presto si accorgerà che all’interno avvengono misteriosi atti inquietanti…
Luca Guadagnino disse in un intervista che questo film vuol essere un omaggio alla potente emozione che lui stesso ha provato alla prima visione del film omonimo di Dario Argento del ’77.Poteva sembrare una paraculata diciamolo, visto che è andato a toccare un film eccezionale, di quelli che è meglio lasciar stare. Dopo la visione però si può ben comprende quello che intendeva.
Una visone che mi ha lasciato con sentimenti contrastanti, nel senso che ho trovato degli elementi che mi sono piaciuti molto ed altri che non mi sono piaciuti per niente.Di positivo sicuramente la scelta ed il modo con cui Guadagnino e David Kajganich(sceneggiatore) sono andati ad approcciare la storia, distaccandosi dalle atmosfere dell’originale e creandone di nuove efficacemente.
La personalizzazione arriva anche sul lato della trama e del trattamento, il film viene diviso in sei atti più un epilogo mantenendo l’impronta dell’originale ma andando a snodarsi verso altre soluzioni, facendo del film una sorta di interpretazione dell’opera del ‘77
Il film passa dall’horror psicologico al body horror, fino a toccare lo splatter con un potenza visiva devo dire notevole. Vengono abbandonati i cromatismi del film di Argento puntando ad una fotografia cupa, che lavora più sul taglio di luce, fino ad una ben precisa scelta cromatica sul finale.
Ed è anche grazie a questa fotografia curata da Mukdeeprom che le atmosfere assumono una personalità distinta rispetto al film del ’77.
La messa in scena è notevole e Guadagnino addotta una regia molto tecnica: dolly, zoom e carrellate, unite ad un montaggio serrato che lascia spazio anche a piano-sequenza notevoli. Rompe le regole cercando scavalcamenti di campo con lo scopo di portare lo spettatore in un stato di insicurezza, di farlo perdere nella follia della vicenda.
Se dal lato della messa in scena abbiamo sicuramente una pellicola notevole, a mio avviso si perde un po’ nella soluzione dell’intreccio che assume parti oscure e poco chiare,così come non ho apprezzato a pieno il sesto atto per problemi soggettivi di stile e genere.
Un film che inquieta, la suspence si fa sentire e le atmosfere sono ottime grazie alla notevole messa in scena. Discutibile il trattamento, dovuto probabilmente al nome troppo grande che si porta dietro, ma in definitiva un film riuscito, con delle musiche bellissime ed ipnotiche scritte da Thom Yorke ed un paio di sequenze incredibili.
Voto:8
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