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Zombie Lake

Regia di Jean Rollin, Julian de Laserna vedi scheda film

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La recensione su Zombie Lake

di undying
3 stelle

Rollin alle prese con gli zombies perde ogni peculiarità, finendo per realizzare un film dall'anonima forma. La sciatta regia va di pari passo con un brutto script, che poteva invece essere ben meglio approfondito. Qualche nudo gratuito, nella versione più spinta, non contribuisce a rendere meno sofferta la noiosa visione.

 

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Zombie Lake (1981): locandina

 

Francia. Alla periferia di un piccolo centro abitato una giovane ragazza prende il sole ai margini di un lago. È caldo, quindi opta per fare un bagno. In acqua, viene aggredita e uccisa da uno zombie in divisa nazista. Rinvenuto il cadavere, la popolazione locale fa pressione sul sindaco (Howard Vernon) per risolvere il mistero su una serie di delitti, che ruotano attorno al "Lago dei dannati". Una giornalista, indagando, intervista il primo cittadino dal quale apprende che, durante la Seconda guerra mondiale, un gruppo di partigiani -dopo avere sterminato dei soldati tedeschi- ha gettato, proprio su ordine del sindaco, i corpi delle vittime nel lago. Lago che, già in tempi medievali, era al centro di sacrifici umani e messe nere. In mezzo agli zombies è presente anche quel che resta di un soldato tedesco di buon cuore il quale, dopo avere salvato Helena, una ragazza del posto, ha con la stessa avuto una figlia.

 

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A parte le sequenze con presenza di qualche nudo integrale (quello iniziale e la squadra di ragazze giocatrici di pallacanestro) Zombie lake offre ben pochi motivi di interesse. Figuriamoci nella versione alternativa dove, tali momenti, sono stati sostituiti con scene girate ex novo, con le attrici vestite. Il difetto più grande del film è rintracciabile nell'approssimazione: che va da effetti speciali "fai da te" (gli zombi verdognoli) a una regia che, dello stile di Rollin, proprio non ha nulla per quanto scialba e televisiva.

 

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Trascurato su ogni fronte, a cominciare da una sceneggiatura inconcludente (ispirata in buona parte dal migliore L'occhio nel triangolo e alla quale, stando all'imdb, ha contribuito anche Jesus Franco), sembrerebbe essere opera di un principiante più che di un affermato regista. Se si aggiungono le penose interpretazioni degli attori, a cominciare dalla "star" Howard Vernon, il quadro è completo: ovvero, insieme ad Oasis of the zombies (del prolifico Franco), ci troviamo di fronte ad uno dei peggiori film mai girati sui ritornanti. Jean Rollin prende parte anche al ruolo, da macchietta, dell'ispettore Stiltz, ovvero uno dei due scettici "esperti" inviati dalle forze di polizia per indagare sui fantomatici delitti (cifr. foto seguente).

 

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Benché sia stato girato nel 1981, con abbigliamenti, automezzi e ambienti che hanno il look del periodo, la storia si sviluppa dieci anni dopo la Seconda guerra mondiale quindi, a occhio e croce, nel 1955. Questo è un altro indice di quanta superficialità abbia circondato la realizzazione di Zombie lake. Nonostante i tanti, troppi difetti, è però doveroso spezzare almeno una lancia a favore del film: di certo fascino -anche se l'idea è in evidente derivazione dal revenant subacqueo che si scontra con uno squalo bianco in Zombi 2- appaiono le sequenze in immersione. Sequenze con fanciulle completamente nude, insidiate da predatori, quanto meno, atipici.

 

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"L'antifascismo è allora attuale? Ma certo che no! L'antifascismo è stato una cosa serissima (cui personalmente aderisco retrospettivamente, nel modo del tutto virtuale in cui aderisco alla causa dei Gracchi contro gli optimates, di Spartaco contro Crasso, dell'ultimo imperatore bizantino contro Maometto II nel 1453 ecc.), ma dopo il 1945 è sopravvissuto come uno zombie come pura e semplice risorsa ideologico-simbolica, e tuttora sopravvive come risorsa dell'impero americano per la sua guerra asimmetrica contro il terrorismo 'islamofascista', le baffute dittature fasciocomuniste ecc. Chi è tanto cretino da non averlo ancora capito ci faccia sopra un pensierino, perché – come diceva il titolo di una benemerita trasmissione televisiva per adulti analfabeti – non è mai troppo tardi.“ (Costanzo Preve)

 

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