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Radiance

Regia di Naomi Kawase vedi scheda film

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La recensione su Radiance

di alan smithee
6 stelle

La nostalgia della luce, e il desiderio di tradurre in parole gli effetti e le sensazioni tattili che la vista concede con generosità quasi a chiunque. Da questa antitesi, una storia d'amore che rischia facili melensaggini ma sa, a tratti, sorprendere per la potenza delle sensazioni che sprigiona.

locandina

Radiance (2017): locandina

CANNES 70 - CONCORSO 

Misako è una bella ragazza a cui piace a tal punto dedicarsi alla descrizione degli avvenimenti, di oggetti, sensazioni e circostanze, che si specializza nell'adattamento di film e libri per le versioni dedicate ai non vedenti, curandone tutto il commento descrittivo che si aggiunge ai dialoghi, oltre che le versioni audio dei libri per non vedenti.

Durante una proiezione, la ragazza, la cui madre è cieca da tempo, incontra un affascinante ex fotografo ben più anziano di lei, costretto ad abbandonare il suo talentuoso mestiere che lo ha reso celebre e famoso per una cecità progressiva che lo sta rendendo completamente non vedente.

Ayame Misaki

Radiance (2017): Ayame Misaki

Nasatoshi Nagase

Radiance (2017): Nasatoshi Nagase

Tra l'uomo, che si sta allontanando velocemente dalla luce, e la sensibile ragazza, che invece pare avvicinarsi sempre di più alla stessa, cogliendone gli aspetti intrinseci e traducendoli in pensieri e suggestioni spesso folgoranti, nasce una attrazione speciale in grado di alleviare le insicurezze dell'una ed i traumi dell'altro.

Regista sensibile e in grado più di altri di raccontare e descrivere l'evolversi delle emozioni più intime, la Kawase si addentra, accollandosi tutti i suoi rischi, in una storia d'amore e sentimento struggenti e complesse da descrivere e rappresentare sullo schermo: uno stato emotivo esteriore come la luce, impossibile da far percepire se non per dettagli minimali a chi vive di luce solo per ricordi o lontane sensazioni soggette a facile rimozione.

Senza luce non c'è cinema, ma proprio il cinema, con le sensazioni non solo visive di cui si fregia e completa, ed un opportuno accurato e sensibile adattamento alle sensazioni descrittive a beneficio e fruizione di chi non può accedervi direttamente, può alleviare quel disagio tremendo e duro da accettarsi, proprio di chi non può piu' permettersi di percepire i benefici concreti della vista.

Nasatoshi Nagase

Radiance (2017): Nasatoshi Nagase

Naomi Kawase

Radiance (2017): Naomi Kawase

E la macchina fotografica diventa per il protagonista quasi cieco, come un cuore che sta cessando di battere e che necessità di un intervento urgente per assicurare la sopravvivenza non tanto fisica, quanto morale. 

Un amore simbiotico, quello della Kawase, che rischia molto virando al melodramma e all'enfasi. 

Ma Radiance si salva, almeno in parte, da retoriche e facili melensaggini in pericoloso agguato, per l'intensità e la purezza delle sensazioni che riesce a descrivere e raccontare con una concretezza e una sensibilità non comuni.

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