La recensione su Alibi.com

di Leo Maltin

6 stelle

Visto in lingua originale con sottotitoli.

Grégory Van Huffel, fondatore di una società (il titolo del film) che fornisce credibili giustificazioni con cui nascondere e reiterare tradimenti, viene contattato da Gérard, bisognoso di coprire un’avventura extra-coniugale. Mentre sta compiendo un atto di buon cuore (o almeno così egli crede), per un buffo imprevisto conosce Florence Martin, della quale s’innamora, ricambiato: ma lei è la figlia dell’uomo presentatosi dal ragazzo qualche tempo prima.

Spassosa pochade un po’ ripulita, aggiornata all’uso dei moderni dispositivi mobili (notebook, smartphone), scritta, diretta e interpretata dal protagonista, un Owen Wilson francese. Ammiccando a un immaginario nerd anni ’80 fieramente esibito – il calcio volante di Jean-Claude Van Damme (Senza esclusione di colpi), un display dei Tempo-Circuiti (Ritorno al futuro), la festa da sballo in costume da supereroe a cui partecipa l’amico e socio Augustin (Julien Arruti, che ha collaborato alla sceneggiatura) – l’attore-regista del dittico Babysitting con simpatica spavalderia si cimenta persino in un segmento di corsa sportiva da videogioco.

Nello schema da recente commedia sentimentale d’Oltralpe (Il truffacuori), Lacheau inietta alcuni elementi dello scorretto umorismo americano tipico dei fratelli Farrelly: esilaranti gags con animali (barboncino bianco, zebra, pony, gatto); di allusivo contenuto sessuale (la branlage di Maurice, l’amplesso del signor Martin con la moglie) e derisione etnica (il nero venditore ambulante, la comunità gitana, lo sbarco di alcuni migranti dove viene coinvolto suo malgrado il neo-assunto musulmano Mehdi).

Sui titoli di coda la sensuale Nawell Madani (l’amante Cynthia) si esibisce come Beyoncé.

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