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Una famiglia

Regia di Sebastiano Riso vedi scheda film

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La recensione su Una famiglia

di maghella
6 stelle

 

Maria e Vincent sono una coppia apparentemente molto affiatata. Si capisce subito che i due cercano di avere un figlio, ma si capisce anche subito che questo figlio non è per loro. Vincent è infatti un trafficante di bambini, questa non sarà  la prima gravidanza che Maria affronta per conto di coppie sterili. Un giro losco di mercato nero delle creature. Vincent e Maria vengono contattati da un intermediario, per mostrarsi alla coppia richiedente devono recarsi in un ristorante per mettersi in mostra proprio come in una fiera di bestiame. Una volta che i requisiti sono stati apprezzati cominciano gli accordi sul prezzo  e si dà l'avvio all'affare con l'accoppiamento per il concepimento del bambino.

Maria però non ha più l'intenzione di vendere ancora la sua creatura e decide di farsi mettere di nascosto un diaframma. Escamotage fallimentare, dato che Vincent comprende subito dell'inganno e provvede con maniere crude a levare l'anticoncezionale. La donna cade in profonda depressione, si accoppia con il suo uomo come farebbe un cavallo da monta. Non mangia, non accetta il sopruso che sta subendo, desidera un bambino da tenere per sé e crearsi una famiglia.

Da questo punto in poi il film crea situazioni troppo forzate per rendere la storia più interessante e mette troppe argomentazioni sul piatto, rischiando di confondere la linea narrativa. La coppia adottante decide di revocare l'accordo a gravidanza iniziata, Vincent si trova costretto a vendere il bambino ad una coppia omosessuale, fornendo ecografie fasulle sulla salute del bambino, data la poca stabilità fisica di Maria infatti già un altro bambino è morto a soli 10 mesi per problemi cardiaci. Questo evento luttuoso crea un episodio anche questo molto forzato sulla carta, ovvero il pestaggio da parte del padre adottivo a Vincent, pretendendo i soldi indietro.

Maria per qualche momento  crede e spera di poter tenere il bambino per sé,  ma quando comprende che ciò non sarà possibile ritorna nellostato catatonico.

Intanto Vincent sta già provvedendo a trovarsi una nuova ragazza da utilizzare come donna da riproduzione. Proprio con i modi da "pappone", seduce una ragazza e chi vede il film capisce subito che fine le toccherà fare.

Finale molto drammatico ma riuscito grazie anche alla bravura dei 2 protagonisti. Peccato per alcune soluzioni troppo kitsch come la nascita prematura del bambino utilizzando un neonato di almeno 6 mesi.

Ma anche certe forzature narrative sono alquanto sulle righe e rendono la storia a tratti poco credibile, contraddicendo il taglio iniziale quasi cronistico. Il film infatti si basa su fatti realmente accaduti di una donna di Mondragone che avrebbe venduto 10 suoi bambini in 12 anni.

Ho apprezzato molto la tematica che il film coraggiosamente propone, ho avvertito però qualche sbandamento narrativo che mi ha fatto perdere in qualche momento l'obiettivo principale. In certi casi è forse meglio  concentrarsi su un solo argomento, piuttosto che virare su altri ancora più complessi come l'adozione da parte degli omosessuali.

Micaela Ramazzotti l'ho trovata bravissima, anche se sempre abbottonata al suo solito personaggio da stralunata, conferma di essere un'attrice dalle grandi capacità. Il bel finale e  molte scene di commozione sono dovute alla sua bella interpretazione.

Ottimo partner è Patrick Bruel, il suo volto racconta di un passato duro che l'ha condannato ad una vita squallida e da parassita. Un uomo che vive come un animale da monta e non prova nessuna compassione per i suoi figli da vendere.

Bravi gli attori di contorno come fortunato Cellino nella parte del ginecologo corrotto e il sempre bravissimo  (pure se in piccolissimi personaggi) Pippo Delbono.

 

 

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