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L'ora più buia

Regia di Joe Wright vedi scheda film

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La recensione su L'ora più buia

di barabbovich
8 stelle

Per il visconte di Halifax (Dillane), l'uomo che lo avversò in parlamento e nello schieramento di governo, insistendo affinché gli inglesi negoziassero con i nazisti, Winston Churchill (Oldman) fu l'uomo che "ha mobilitato la lingua inglese e l'ha spedita in battaglia". Sigaro (o bastone) perennemente nella mano destra e un bicchiere di scotch nella sinistra, Churchill fu l'uomo che - nonostante la disfatta di Gallipoli durante la I guerra mondiale (da rivedere Gli anni spezzati di Peter Weir) - dovette caricarsi sulle spalle il gravosissimo compito di gestire il Regno Unito nel 1940, anno nel quale anche l'Inghilterra entrò nel mirino delle mire espansionistiche di Hitler. Nemico giurato di quest'ultimo, Churchill fu un retore stratosferico (non a caso insignito in seguito anche del Nobel per la letteratura), capace di parlare senza fronzoli tanto al popolo, quanto ai suoi colleghi in parlamento. Con L'ora più buia Joe Wright (Espiazione, Hanna, Anna Karenina) firma il suo film di gran lunga più riuscito, concentrandosi sul farraginoso itinerario che, a seguito delle dimissioni dell'attendista Chamberlain (Pickup), portò Churchill a Downing Street e mettendo in risalto la capacità di quest'ultimo di relazionarsi con le persone comuni a dispetto dei modi bruschi e del costante borbottio. È inevitabile che ne sia uscito un ritratto quasi elegiaco, che dà risalto all'autorevolezza, alla determinazione e alle straordinarie doti oratorie di questo gigante della politica inglese. Un ritratto ineccepibile, esaltato dalla sceneggiatura di Anthony McCarten (quello de La teoria del tutto) e dalla prova da ovazione di Gary Oldman (applausi anche per i truccatori) e supportato da un cast di primissimo ordine. Se la prova attoriale è magistrale, la regia - pur nel suo classicismo, ma con le sue straordinarie invenzioni di macchina, le sue angolazioni di ripresa, l'uso indovinatissimo delle luci crepuscolari - non è da meno, arrivando all'eccelso sia nella scena in cui il primo ministro, indispettito per il traffico, prende per la prima volta la metropolitana di Londra, sia in quella del famosissimo discorso che annunciava al popolo inglese, con i soldati assediati a Calais e a Dunkirk (meravigliosa coincidenza l'uscita, nello stesso periodo, del film di Nolan), che la guerra ai nazisti sarebbe costata "lacrime e sangue, fatica e sudore".

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