Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film
Opera venuta alla luce da una costola fuori-posto del precedente - e più solare - 'Hong Kong Express', è un pastiche livido e dissonante, capace di armonizzare Tragico & Grottesco con una sfrontatezza gioiosa e al contempo lucidamente disillusa. Impresa che solo ad un orientale può riuscire. Bene, sia chiaro. Che dalle costole più impertinenti tendano a prender forma 'creazioni' spesso imperfette ma nondimeno fascinose e assai poco definibili, è poi Fatto che attiene a Storie ben più datate rispetto a quella del cinema. Questo sfrenato, febbrile e quasi compulsivo Darsi all'altrui sguardo; questa vanitosa e del tutto sincera Generosità espositiva; questo curatissimo sfoggio di tecnica e virtuosismi, speculare e Mai opposto ad un altrettanto tangibile Bisogno evocativo e comunicativo.. Tutto questo, prima degli appesantimenti narrativi cinèphile, dell'autoreferenzialità autoriale più spinta e dell'insorgere d'una certa Presunzione Estetizzata, andava a comporre quei mosaici lievi e vibranti, delicatamente ferenti e pudicamente scabrosi, che illuminavano di Propria, (im)pietosa & (dis)sacra(nte) Luce, l'opera del miglior Wong Kar-wai. Oggi che è tutto un dirSi soffocato in partenza, una tela lasciata bianca per contratto, una sciarada estenuata Verso molteplici Dove monocromatici e agonizzanti, l'Occidente mostra di 'divertirsi' assai di più. Incapace com'è di concederSi, ancora, allo Stupore. All'estasi 'virginale' di chi, puro, spalanca gli occhi al Bagliore creativo, avendo la forza di non chiuderli. Avendo la fortuna di non sentirsi in colpa, e di non Dover forzatamente, e in nome di necrosi 'culturali' irreversibili, 'superare' ogni linguaggio, o sospendere ogni incredulità.
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