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Omicidio all'italiana

Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film

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La recensione su Omicidio all'italiana

di Piace91
5 stelle

L'amaraccio fa schifo. Il babbacchione meno. Quindi, se mangi il babbacchione dopo aver bevuto l'amaraccio, il babbacchione ti sembrerà squisito. Allo stesso modo, se negli ultimi anni al cinema hai bevuto tanti amaracci, un babbacchione ogni tanto ti risolleva. Ma sempre babbacchione rimane. Maccio Capatonda, in pratica, si fa la recensione da solo, in quell'esilarante scena al bancone del bar-lavanderia-ferramenta di Acitrullo: Omicidio all'italiana è molto diverso dalla maggior parte delle commedie che siamo mestamente abituati a sorbirci, ha un umorismo efficace, mette in campo idee nuove ed è innegabilmente meglio degli amaracci; ma, personalmente, ci ho visto tanti aspetti che lo limitano e lo appesantiscono, rendendolo un babbacchione. Un sapore strano, diverso, che ti dà sollievo, ma non quello pieno e rotondo di un babà o di una meringata. Tenendo a freno la glicemia, parto da ciò che mi è piaciuto. 

 

Il film possiede, innegabilmente, una sequenza di gag e battute formidabili, vive di piccoli momenti comici veramente notevoli. Una comicità non solo verbale, legata al gioco di parole e alla storpiatura, ma anche visiva, fatta di insegne, inquadrature comiche, situazioni parossistiche e una buona dose di comicità corporale. Oggi come oggi, solo Marcello Macchia è in grado di aprire un ventaglio così ampio e gliene va dato atto. Un altro punto a favore è l'equilibrio dei personaggi: nessuno ha una parte preponderante, ma tutti e tre i protagonisti si dividono la scena al meglio, coadiuvati dai secondari, anche loro ben caratterizzati e ben incastrati nello svolgimento. Notevole la famiglia veneta che parla napoletano stretto poiché in fissa con Gomorra, buona l'incursione della televsione nelle indagini, ottima la Ferilli femme-fatale del piccolo schermo. Dall'altra parte, molto stantia la figura del politico e il riferimento agli assassini che devono essere "necri" è gestito proprio male, insieme a un altro paio di situazioni comiche verso la fine.

 

In generale, si ride spesso, ma il film cala alla distanza. Ci sono diversi aspetti che, secondo me, appesantiscono molto la visione e uno in particolare che fa perdere parecchi punti al film. Innanzitutto, i ritmi non sono gestiti al meglio (anzi, sembra tutto abbastanza casuale) e, soprattutto, la regia di Marcello Macchia non mi è sembrata in grado di catturare tutta la potenza e l'inventiva dell'universo di Maccio e di trasferirla adeguatamente sul grande schermo: manca un'intelaiatura da vera commedia, la successione di gag dopo un po' lascia il tempo che trova, il film ha perennemente il fiato corto e tutto ciò va a penalizzare una buona scrittura. Oltretutto, il continuo proliferare di personaggi che storpiano parole e parlano in gergo (anzi, parlane in gerghe, sbaglianda tutta le vocale finale) alla lunga è sfiancante. Mi ha ricordato i film dell'Abatantuono terruncello, quelli in cui lo slang "che tengo pecché fa rustico" era troppo presente e opprimente. Insomma, secondo me, ci sono errori di base e ingenuità che rendono Omicidio all'italiana una commedia non troppo riuscita.

 

La cosa per me più grave è però un'altra: l'indecisione di fondo di Maccio Capatonda. Dovrebbe chiedersi cosa vuol fare da grande e trovare una coerenza stilistica. Sintetizzando, che cos'è Omicidio all'italiana? Una commedia demenziale di base, condita da surrealismo e non-sense, che utilizza i dialetti, i caratteristi, si prefigge di fare satira, vuole essere caustica e tagliente, ma si conclude con un lieto fine da fiaba moderna che butta giù tutto il castello di carte. Come si fa a dosare sapientemente tutti questi ingredienti? Il film, dal punto di vista stilistico, è un misturone allucinante, disarmonico e poco equilibrato. 

 

Mi aspettavo tanto di più, perché Marcello Macchia ha il talento e la fantasia perversa per creare interi universi in cui la satira cattiva e pungente riesce ad arrivare secca e pulita, senza bisogno di facilonerie. Dall'altra parte, Maccio Capatonda ha la capacità innata di fare una meravigliosa comicità demenziale. Quando questi due universi vengono pressati assieme sul grande schermo, la potenza degli sketch televisivi è solo un ricordo. Maccio e Marcello devono scegliere quale strada percorrere, non necessariamente insieme. Quando uno dei due potrà creare senza l'interferenza dell'altro, vedremo senza dubbio un prodotto più armonico, coerente e gustoso. Avremo il babà e non il babbacchione. 

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