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Carrie. Lo sguardo di Satana

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su Carrie. Lo sguardo di Satana

di Furetto60
8 stelle

Non solo "horror" grande De Palma e grande King

Trasposizione cinematografica di uno dei primi lavori di King, firmata da Brian De Palma, per un horror geniale e a suo tempo originale. Adolescente problematica e complessata, diventa vittima abituale dei suoi compagni di scuola, peraltro a casa le cose non vanno meglio, figlia unica e senza padre, è vessata da una madre ottusa e bigotta, che invece di aiutarla, la obbliga a insulsi rituali religiosi e a infliggersi pesanti contrizioni, anche fisiche. Le continue mortificazioni e umiliazioni, sortiranno nella sua psiche fragile e tormentata, una specie di corto-circuito mentale, facendole sviluppare una sorta di potere telecinetico. Dopo una festa di fine anno, le cui premesse sembravano essere di buon auspicio, per Carrie, viene incoronata reginetta, a seguito dell’ennesimo e pesantissimo scherzo dei suoi coetanei, il suo potere paranormale si tradurrà in una furia omicida, che trasformerà il ballo in una mattanza, da Grand -Guignol. Nel film ma soprattutto nel romanzo, ci sono diversi elementi di riflessione. Il geniale e prolifico scrittore, che sappiamo avere avuto trascorsi abbastanza difficili, spesso ha scritto e descritto di adolescenti in crisi esistenziale e di una gioventù votata a commettere soprusi e violenze ai danni di chi è più debole o vulnerabile, solo per sentirsi viva e potente o per bieco conformismo. Questa, tendenza molto comune e diffusa, dimostra la mancanza di valori e di ideali di una intera comunità, che spesso esorcizza la sua inconsistenza e frustrazione, dispiegando una becera e vigliacca persecuzione ai danni dei "diversi" che diventano i loro facili e comodi bersagli. Altro spunto interessante è l’aspetto religioso, Carrie è sottoposta a profonde angherie, dalla madre, in nome di un Dio, vissuto non come un’entità misericordiosa, ma interpretato come punitore intransigente, che non perdona i peccati, ma li fa espiare con sofferenza. Poi c’è il tema dell’incomunicabilità tra genitori e figli, che non consente a questi ultimi, un rapporto e un confronto sano, in cui poter maturare e crescere al meglio, superando lo scoglio dell’adolescenza che è il periodo più difficile nella vita di una persona.

Molta carne a cuocere dunque per questo ottimo lavoro, che ha avuto anche un buon remake, in tempi relativamente recenti, con effetti ancora più spettacolari, ma l’originale è meglio

 

 
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