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3 giorni per la verità

Regia di Sean Penn vedi scheda film

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La recensione su 3 giorni per la verità

di maso
4 stelle

Faccio molta fatica a dare due stelle a questo film che punta il dito su un tema estremamente delicato come il perdono di un padre nei confronti di chi gli ha ucciso la figlia per una tragica fatalità apparentemente dovuta a qualche bicchiere di troppo, ma anche come proseguire una vita oppressa dal rimorso per aver causato la morte di una innocente ragazzina.          
Penn imposta il film su questi due binari paralleli: un bravissimo Jack Nicholson nel ruolo del padre che in seguito all’incidente ha perso anche il rispetto oltre che la vicinanza della moglie e si trascina stancamente in una vita di vizi notturni e la quotidianità di un lavoro sedentario, dall’altro un come al solito imbevibile David Morse nel ruolo del carnefice incolpevole che cerca di ridare un senso a questa vita e purtroppo quando c’è David Morse un senso non ci sta ma questa mia considerazione può anche essere giudicata come strettamente personale vista la mia totale avversione per questo attore che secondo me ha sbagliato mestiere.
Quindi che verità c’è da scoprire in questo barboso film che sembra durare tre giorni? Semplice: se Nicholson dopo aver fatto cilecca al primo tentativo cambierà idea sul fatto di far fuori o no Morse dopo i tre giorni di proroga concessigli.
Penn non ha particolari proiettili da sparare nel suo caricatore, la regia è alquanto ordinaria e la fotografia da macchinetta usa e getta, la colonna sonora dimenticabile e molti dialoghi abbaiati dagli attori non commuovono e non emozionano, l’unico momento che veramente mi ha stuzzicato le meningi è quello in cui è comparso il compagno della Houston e mi sono detto “Ehi ma questo io lo conosco è…… è……..è Robby Robertson il chitarrista di “The Band” grande gruppo a me molto caro.
Una considerazione va fatta in conclusione: Morse dice che la piccola morente cerca di scusarsi per aver attraversato senza guardare, io dico che non ci si può buttare in mezzo alla strada come nel corridoio di casa, fermare i piedini richiede un attimo, fermare una macchina anche a velocità ridotta richiede tempo e spazio per cui non pensate che le strisce pedonali siano un muro infrangibile dove passare fischiettando: una volta che vi han messo sotto o racconterete l’incidente a Santa Antonietta seduta su una nuvoletta o rimarrete sciancati e mezzi storpi con il fegato spappolato per il resto della vostra esistenza, quindi occhio coglioni che non guardate quando attraversate.

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