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Doom Generation

Regia di Gregg Araki vedi scheda film

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La recensione su Doom Generation

di M7317
2 stelle

Sequela di avventure trite e ritrite rivisitate con una fotografia psichedelica e scelte stilistiche forzatamente estreme, tutte di facciata. Cosa vorrebbe descrivere? Gli adolescenti ribelli e dannati? Sembrano dei classici perdenti insulsi. L'underground giovanile mooolto dark? Verosimile: persone come tutte le altre caratterizzate da alte dosi di presunzione e banalità. Sesso, droga e rock and roll? Vasco ed Elvis sfortunatamente hanno già detto tutto sull'argomento, e avrebbero potuto anche stare zitti.
Film scialbo privo di ironia, contenuto, interesse...ma farcito di poianate che vogliono colpire l'animo ribelle del classico reietto delle medie, cosa, inutile a dirsi, dal retrogusto tipicamente americano: violenza, mancanza di ideali, sesso gratuito. Il tutto però privo di quella cattivissima ironia e protesta all'acido solforico che invece caratterizzano Natural Born Killers, a cui questa pellicola scadente tenta pateticamente di rifarsi.
Doom generation? Sì, la generazione che gioca a Doom.

Sulla trama

Amy Blue è una fallita diciassettenne depressa dalle letture di Cioè e Jordan è il suo boy friend metallaro trasparente. I due incontrano Xavier (chiaramente ispanico perchè così è più esotico), enigmatico come una tazza del cesso e pericoloso quanto lo scopino relativo, che li trascina in avventure scontate viaggiando attraverso l'America. Da quando Xavier li ha costretti a fuggire con lui tramite profferte ammiccanti il loro viaggio si sta trasformando in un incubo di Barbie: ogni volta che fanno una sosta da qualche parte, tra una tortilla fetente e patatine di gomma, subumanizzano in qualche modo prevedibile (omicidi, triangolazioni sessuali da rotocalco, millantate intenzioni di suicidio di Amy perchè ha letto su Cioè che fa molto dark). Xavier ha un tatuaggio trendy sul membro, cosa che affascina tutti: è un banale triangolo di sesso patinato, sangue di tempera e disperazione dello spettatore che li tiene fuori da una realtà con il medesimo sapore. Una gioventù bruciata nel cervello in versione da Mtv, gratuitamente erotica per non dire pornografica... Le scene di sesso sono telefonate, gratuite, comunque guardate attraverso un filtro inequivocabilmente nerd. Primo film eterosessuale di Araki (la cui omosessualità è solo un problema suo), famoso nel circuito dei festival omosessuali per i suoi film spvaldamente artistici sul mondo gay di cui non frega niente a nessuno, "Doom Generation" è una boiata terminale, spietata come Topolino e ironica quanto Famiglia Cristiana. Ci sono innumerevoli citazioni da Walt Disney, ma l'umorismo nero (che appartiene a gente come Burroughs e Ballard) Araki non sa nemmeno cosa sia.

Sulla colonna sonora

Si salva solo questa.

Cosa cambierei

Niente: ottimo esempio di film "artistico" senza capo, coda, significato, interesse...ma che fa molta scena per chi si proclama "artista".

Su Johnathon Schaech

Bello da soap opera, dannato come un ragazzino delle medie, ciula come pochi, attore innominabile.

Su Rose McGowan

Ottima l'espressione statica da sindrome di Down, che tra l'altro la caratterizza costantemente.

Su Gregg Araki

Forzatamente eclettica tanto da risultare nauseante e banale.

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