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Corsari

Regia di Renny Harlin vedi scheda film

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La recensione su Corsari

di Dom Cobb
3 stelle

Non c'è niente di peggio per un film - oltre che essere realizzato male - uscire al momento sbagliato. Per questo cappa-e-spada diretto da Renny Harlin essere dato in pasto al pubblico natalizio del 1995 rappresentò un autentico bagno di sangue: costato molto anche per l'epoca (98 milioni di dollari), "Cuttroat Island" a fine corsa raggiunse a malapena i 10 milioni d'incasso; ancora oggi, a distanza di anni, questo film è ancora citato, ma all'interno di classifiche poco invidiabili: risulta ancora essere ai primo posti tra i flop più clamorosi e dispendiosi di Hollywwood. Colpa del regista Harlin e della casa produttrice, i quali, facendo "il passo più lungo della gamba", cercarono di sfornare il classico blockbuster natalizio basandosi su un genere - quello piratesco - che sarebbe tornato in voga solo e soltanto dopo diversi anni, oltretutto ibridato con forti dosi avventuroso-fantasy (Johnny Depp docet). Senza contare che Harlin e gli studios, con sprezzo del pericolo, avevano come un esempio ancora fresco il film "Pirati" di Polanski, anch'esso miseramente affondato al botteghino. Bisogna dire che, magari in parte per il disastro economico, magari in parte per un inaridimento della vena creativa, questo film segnò anche il lento ma inesorabile declino della carriera proprio di Harlin - all'epoca regista d'azione di belle speranze dopo i riusciti exploit di "Die Hard 2" e "Cliffhanger" - il quale si ritrovò man mano a girare film di scarso successo e di budget sempre inferiore, fino a giungere ad oggi, avendo in carnet titoli come "The Covenant" (vedere per rabbrividire) o lo sciagurato Hercules "dei poveri" con Kellan Lutz, uscito prima di quello "ufficiale" con The Rock e, naturalmente, floppone al box office. Harlin, insomma, non è più nè meno che un mestierante di medio(cre) livello.

Immagine profetica: Renny Harlin saluta dal set in fiamme.

Il film, in sè, è la quintessenza del blockbusterone tutto azione spettacolare ed esagerata pensato e progettato per far divertire il pubblico assieme ai pop-corn; ne consegue che la trama sia la più lineare possibile - con qualche colpo di scena - dove fin da subito si capisce che i buoni stanno tutti da una parte e i cattivi dall'altra. Insomma, tutti i personaggi sono tagliati con l'accetta ed il loro schematismo ha dato vita a delle figure, sullo schermo, o non proprio simpatiche o, comunque, stupide fino all'eccesso. Bisogna dire che in questo caso Harlin ha giocato in casa, visto che tutta l'azione ruota attorno alla protagonista Geena Davis - all'epoca sua moglie - nei panni del(la) pirata Morgan (sic), la quale, attraverso le tre parti di una mappa, è in cerca di un ricchissimo tesoro nascosto su un'inaccessibile isola. Al suo fianco combatte un ladro fanfarone con le fattezze di Matthew Modine, mentre tra i nemici che la vogliono uccidere si contano la marina britannica e suo zio - anch'egli pirata - Frank Langella. Come dicevo, i personaggi sono bidimensionali: la protagonista, per esempio, viene ritratta come un "maschiaccio", ancora più pericolosa ed abile con le armi degli altri pirati uomini ed è proprio questa sua infallibilità, questo suo atteggiarsi da "dura" che ha sempre ragione di tutto e di tutti a renderla poco piacevole. Brutto anche il personaggio di Modine, alla fine dei conti, ridotto al mero ruolo di spalla comica della protagonista, con la quale divide i pericoli (e di cui, of course, la Davis si innamora a fine film): la sua aria sempre forzatamente scanzonata e le sue battute poco divertenti lo rendono antipatico. Frank Langella è un bravo attore, ma non ha potuto dimostrarlo in questo caso, in quanto il suo personaggio pare si sia studiato l'enciclopedia del perfetto cattivo: Langella, difatti, fa lo sguardo truce, uccide tutti con sadismo, minaccia tutti con frasi ad effetto, per poi essere sparato fuori dalla nave, nel gran finale del film, con una cannonata. Così come sono ritratti alla stragua di autentici idioti i soldati inglesi: gli ufficiali sono solo meschini ed avidi, i soldati combattenti sono degli inetti che si fanno suonare come tamburi dal personaggio della Davis, sparano fucilate e cannonate in quantità industriale senza riuscire a colpire neanche per sbaglio una mosca e muoiono nell'indifferenza generale. Troppo stupidi per essere considerati anche solo per un attimo come dei villain veramente temibili o degni di nota. Ed è anche questo un ulteriore motivo di disappunto nei confronti del film: aver trasformato i corsari - noti razziatori ed assassini del mare - in una sorta di simpatici avventurieri; ma la verosomiglianza non è un delle priorità del film.

"Sono Frank Langella e faccio il cattivo".

Anche il già citato regista Harlin, che, fino a quel momento aveva dimostrato buone qualità con "Die Hard 2" e "Cliffhanger", in questo caso mi ha dato l'impressione di essersi "incartato" con una regia molto più ipertrofica e ridondante, troppo ricca di esplosioni e continui ralenty: l'azione diventa troppo esagerata ed inverosimile ed il film si trasforma in una specie di girandola dove tutti inseguono tutti, tutti si prendono a sciabolate con tutti e dove, soprattutto, ogni occasione è buona per far esplodere tutto e tutti (la sequenza dove i due protagonisti fuggono in carrozza mentre vengono cannoneggiati dalle navi ne è un esempio lampante). Si potrebbe dire che, vedendo questo film, Harlin abbia fatto scuola di regia a Michael Bay, come stile. Insomma, "Corsari" va bene per essere visto come action movie fracassone ma, tendenzialmente, potabile.

 Locandina italiana del film. 

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