Regia di Lewis Teague vedi scheda film
Visto da ragazzino, com'ero all'epoca, il film affascina e diventa musa di incubi e proiezioni sinistre andando ad arricchire, o meglio a formare, l'immaginario di una vita. Rivisto a distanza credo di quindici anni almeno, il sogno si perde un po' per strada ma la mano artigiana di Lewis Teague è una garanzia rinnovata. Garanzia che non si rinnova per esempio nello Steve Miner di "Lake Placid", di cui si salva solo l'idea base del film e la realizzazione del coccodrillone davvero riuscita bene. "Alligator" è un film che cavalca il successo de "Lo Squalo" di Spielberg, a sua volta cavalcato da "Orca", "Grizzly", "Piranha" e via dicendo. Il beast-horror è un sottogenere affascinante che vira a volte ridicolamente verso il grottesco e altre verso l'eco-vengeance puro e senza sussulti cinematografici decenti. Non è il caso del film in questione. Infatti il regista sa dosare tranquillamente la presenza del bestione, e se anche le morti sembrano poco trattate in fase di sceneggiatura, hanno quel sapore scorretto che è tipico di John Sayle sceneggiatore appunto di "Alligator" come di "Piranha" e de "L'Ululato". Le fogne diventano teatro di paure ataviche, anche slegate dalla paura per il rettile assassino. La lotta contro l'ipocrisia e l'ottusità della gente bene del personaggio di Robert Forster ricorda le fatiche di un grande Ercole del grande schermo, lo sceriffo Brody di Roy Scheider in "Lo Squalo", ma assume i contorni del poliziotto duro tutto di un pezzo tipico del poliziesco scorretto della fine dei '70 americani e italiani. Un mix quindi di più livelli cinematografici, tra cui anche l'umorismo di certi passaggi, che danno al film quella credibilità cinematografica che oggi manca a molti epigoni del genere. Nota positiva ulteriore, il coccodrillone è fatto talmente bene per l'epoca che può competere tranquillamente con gli esseri mostruosi del cinema digitale di oggi. Sì, proprio quelli finti e per nulla "fisici" che si vedono oggi correre sui nostri schermi senza regalarci nulla di che.
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