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Quella sporca ultima meta

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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La recensione su Quella sporca ultima meta

di marcopolo30
7 stelle

Il film che ha in pratica dato i natali al (sub)genere carcerario-sportivo è un oggetto rimasto fermo a metà del guado tra dramma e commedia, che possiede però un suo innegabile charme rimasto inalterato nel tempo. VOTO: 7

In un'ipotetica Top Ten di film a tema sportivo, “The Longest Yard” (“Quella sporca ultima meta” nella lingua di Dante) non potrebbe proprio mancare. Il film di Aldrich non è certo un capolavoro, e non rientra secondo me nemmeno tra le migliori opere dello scontroso e talentuoso regista del New England. È in fondo un oggetto rimasto fermo a metà del guado tra dramma e commedia, cosa non necessariamente salutare, e gravato inoltre da un attore protagonista, Burt Reynolds, non esattamente impeccabile (sebbene molto più in parte rispetto ad Adam Sandler nel remake del 2005. Ma questo è già sparare sulla Croce Rossa...). Possiede nonostante ciò un suo charme, rimasto peraltro inalterato dopo 46 anni, e un'eccellente parte finale, con l'incontro di football americano ripreso/mostrato in maniera impeccabile (un voto in più per il ricorso allo spleet screen). Qualche curiosità: il titolo originale gioca genialmente con la parola “yard”, unità di misura imperiale usata nel football americano per misurare il territorio guadagnato da una squadra durante un'azione d'attacco. È però in questo caso anche la “prison yard” dove il protagonista dovrà scontare 18 mesi di reclusione. Riconosciamo quindi ai titolisti italiani dell'epoca che tradurre letteralmente “The Longest Yard” sarebbe stato missione impossibile. Ultima nota a proposito dell'auto rubata da Crewe nella scena iniziale. La fidanzata denuncia il furto di una Maserati, ma quella che il protagonista ruba, guida e infine distrugge è inequivocabilmente una Citroen. Errore madornale degli autori? No, quel modello di Citroen era stato effettivamente distribuito negli USA con motore Maserati e commercializzato quindi col nome Citroen Maserati.

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