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Maverick

Regia di Richard Donner vedi scheda film

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La recensione su Maverick

di giurista81
6 stelle

Farsa western, assai più vicina agli stilemi del sorrisi e cazzotti italico che della tradizione hollywoodiana. Richard Donner la gira dopo i primi tre capitoli di Arma Letale, confrontandosi per la prima e unica volta col western. L'idea viene da una serie televisiva di fine anni cinquanta, ma il taglio è poco fedele all'originale. Donner si porta dietro Mel Gibson (in un fugace cammeo figura anche Danny Glover con battuta di Gibson: "ma noi ci conosciamo...!"), sembra dopo che Paul Newman (prima scelta) sparò una cifra esorbitante per fare il film, e gli affida un ruolo alla Terence Hill de Il Mio Nome è Nessuno, seppur plasmando un personaggio elegante e damerino. Baro, giocatore d'azzardo, abile nell'estrarre la pistola, ma soprattutto nel fare il "cascamorto", nel deridere il prossimo e nell'organizzare divertenti truffe con una lunga serie di complici sparsi nel west. Maverick si trova continuamente nei guai, ma riesce sempre a tirarsi fuori con soluzioni alquanto rocambolesche. Sogna di poter predire la carta che estrarrà dal mazzo e ci riuscirà solo in un paio di circostanze: nella partita della vita e nel comprendere chi sia la sua donna del cuore. Il "nostro", dal cuore nobile e in difesa dei deboli (come i personaggi di Terence Hill), si invaghirà di una gatta morta dai modi nobiliari sotto cui cela la natura di ladra e truffatrice. A dar corpo alla donzella niente meno che il premio Oscar Jodie Foster, che si mette al servizio dell'operazione scegliendo di interpretare (assai bene) un ruolo divertente e divertito. Nell'ultima parte del film compare anche James Coburn, ormai invecchiato e a fine carriera ma pur sempre valore aggiunto. Piccolo ruolo anche per Geoffrey Lewis.  

Il due volte premio oscar William Goldman (Butch Cassidy Tutti gli Uomini del Presidente), alla sceneggiatura, infarcisce il film di colpi a sorpresa; probabilmente esagera in questo, tanto da proporre cinque finali che si susseguono l'uno sull'altro, portando avanti la storia e ribaltando di continuo i rapporti tra i personaggi che cambiano sempre veste nella prospettiva dello spettatore. Si percepisce inoltre una spiccata esagerazione, sia nelle caratterizzazioni (molti personaggi grotteschi e volontariamente inverosimili) ma anche in alcune soluzioni. Maverick, per tutto il corso del film, cerca di raggranellare 25.000 dollari per poter partecipare a un torneo di poker che garantisce 500.000 dollari al vincitore. Goldman dilata all'inverosimile la storia, prima di proporre il torneone finale.

Molto buona la fotografia del premio oscar Vilmos Zsigmond (Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo).

Curioso notare come Terence Hill, evidentemente compiaciuto dall'operazione, quindici anni dopo interpreterà una mini-serie televisiva (Doc West) dove ricoprirà il ruolo di un giocatore di poker impegnato in un torneo proprio come il Maverick di Gibson. 

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