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Die Hard. Duri a morire

Regia di John McTiernan vedi scheda film

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La recensione su Die Hard. Duri a morire

di maso
8 stelle

Commento simultaneo: scrivo mentre lo rivedo.
Questo film è una pacconata USA con buffonate che si sprecano.
Oltre alle classiche centomila pallottole che fanno la barba al pelo di Willis per tutta la durata, alcune vanno a bersaglio ed è il suo compagno di sventura, MUTHA FUCKA  Samuel L. Jackson: se lo becchi al braccio destro scaglia giavellotti che neanche Jan Zelezny, se lo becchi al ginocchio da 30 cm corre più di Bolt a Pechino senza lesinare battute tipo " Come credi che sto...mi ha spappolato una rotula" ma ha una sopportazione al dolore tale che potrei immaginare che il suo organismo produce autonomamente morfina in dosi massicce, gli dice bene che non lo beccano mai in testa perchè il lancio del cuoio capelluto non è più disciplina olimpica dai tempi di Geronimo.
Fatta questa obbligatoria premessa non si può negare che il film è molto divertente e all'esplosione iniziale ne seguiranno altre grandi e piccole, serie e burlesche, partorite dalla mente diabolica di Simon Gruber, il dinamitardo che tiene sotto scacco la strana coppia, la polizia di New York e tutta la grande mela.
Il personaggio esplosivo interpretato con la solita classe immensa da Jeremy Irons ha un non so che del Riddler batmaniano con i suoi rompicapo a trabocchetto ed è mosso dalla sete di vendetta nei confronti del poliziotto acrobatico McLane che gli ha stecchito il fratello nella trappola di cristallo del primo film, ma non solo.
Simon rivolta come un calzino l'intera New York finchè McLane non passerà al contrattacco.
Quando in un film ci sono di mezzo così tante bombe nascoste e vengono propinati enigmi a ripetizione, la suspance è assicurata con colpi di scena annessi ed il personaggio dell'artificiere quattrocchi in cerca di gloria che assaggia suo malgrado un banale sciroppo di lampone vince il premio come il più riuscito del film a mani basse ma non bisogna prendere il tutto troppo sul serio per divertirsi fino in fondo.
Per la precisione il 21° presidente degli States è Chester Arthur e meno male che i camionisti sono patriottici ed informati.

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