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Clockers

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Clockers

di Furetto60
7 stelle

Ottimo lavoro di Spike Lee, con la sceneggiatura di Richard Price, autore dell'omonimo romanzo.

Incipit da brividi: Una serie di truculente sequenze di foto di ragazzi neri morti ammazzati, con pallottole che li trapassano da parte a parte, freddi sull'asfalto freddo di New York. Ronald Dunham, chiamato Strike, nel quartiere di Brooklyn guida una banda di giovani spacciatori di colore, ha due grandi passioni: latte al cacao preconfezionato, nonostante un 'ulcera sanguinolenta che non gli dà tregua e i trenini elettrici. Strike lavora per il suo boss Rodney Little, che gestisce un'attività commerciale di copertura al suo traffico di droga. Il fratello maggiore di Strike è Victor, che è l'opposto del fratello: persona onesta che lavora duramente per mantenere la famiglia. Tyrone un bambino dodicenne che vive nel “ghetto”, malgrado la madre si affanni a tenerlo fuori, affascinato dai soldi e dalla disinvoltura di Ronald, prende a imitarlo, Strike tenta di allontanarlo, ma poi lo prende sotto la sua ala protettiva, Gli insegna la vita di strada e lo porta a casa sua. In un suo momento di distrazione, Tyrone gli ruba una pistola. Un giorno Rodney propone a Strike una promozione:  uccidere Darryl Adams,  gestore di  fast food ma anche lui nel giro dello spaccio,che fa la cresta sui suoi guadagni. Strike sembra accettare, Non appena Darryl esce, un colpo di pistola lo uccide sul coplo. Due agenti di polizia, Larry Mazilli alias John Turturro e Rocco Klein alias Harvey Keitel, maturo poliziotto, ebreo iniziano a investigare, sicuri che ad uccidere Darryl sia stato Strike, ma è Victor ad autoaccusarsi del delitto invocando la legittima difesa, cosi viene arrestato. Klein crede che voglia coprire il fratello, e per questo il detective fa pressione su di lui, sfrutta l'occasione dell'arresto di Rodney, il capo degli spacciatori, per suggerire una fantomatica collaborazione di Strike, ringraziandolo pubblicamente per il lavoro di informatore con una stretta di mano davanti alla gang. I compagni reagiscono picchiandolo. Strike sembra essere ormai alle corde, perseguitato dalla polizia, dalla gang, ma soprattutto da Rodney, che incarica Errol Barnes alias Byrd, un tossicodipendente sieropositivo al suo servizio, di ucciderlo. Tuttavia Tyrone, che ha sentito tutto, interviene per proteggere Strike con la pistola che ha tenuto nascosta fino a quel momento, spara a Errol, uccidendolo sul colpo. Accorre Klein, che intuendo la sostanziale buonafede del bambino, cerca una via di scampo per lui e per sua madre, accorsa sul luogo del delitto disperata, nasconde così i fatti e fornisce una versione pilotata dell’accaduto. Intanto Victor ha confidato alla madre di aver ucciso veramente lui Darryl, cosi lei irrompe in commissariato proprio mentre i poliziotti stanno torchiando Strike, e racconta i fatti. Anche Klein, finalmente, crede alla sua versione, Victor viene scagionato grazie alla legittima difesa. Strike dopo che Rodney gli ha distrutto l’auto, su invito di Kline lascia il quartiere e la città, prendendo un treno. Street-gangster movie, nato dalla fertile collaborazione tra l'italiano Martin Scorsese qui produttore e l'afroamericano Spike Lee regista: il primo fornisce il versatile attore Harvey Keitel e la sceneggiatura del romanziere Richard Price, il secondo sposta la visuale, come suo solito, dal punto di vista degli afroamericani, condannando lo spaccio per orgoglio di razza, inveendo contro una polizia bianca corrotta e razzista, accusando d'ipocrisia i venditori di morte che intimano al proprio clan di "non farsi". Lee non rinuncia a siparietti più leggeri, ma il suo film in sostanza è teso, nervoso. Da il senso di enorme complessità, nel definire i concetti di Bene e Male, ognuno sfuma nell’altro senza soluzione di continuità, peraltro non ci sono buoni o cattivi, ma solo un maledetto quartiere dove non si salva nessuno, neanche il personaggio principale, che dimostra come l'ambiente in cui si cresce e si vive, è determinante per la sua inevitabile formazione criminale, per cui diventa vittima di un circolo vizioso d'educazione al crimine, da cui non si scappa, come una trappola in cui ci si ritrova chiusi, tra compagni poco amichevoli, poliziotti ottusi, cinici e pieni di pregiudizi e gente che ha fame ed è quindi disposta a tutto e una miseria morale e intellettuale, che domina e sovrasta su tutto. Non si arriva mai a cogliere il vero nocciolo del problema, a debellare l'elemento scatenante della delinquenza o del bisogno di droghe. Il malessere è diffuso, Una via d'uscita Lee la suggerisce: coltivare le proprie passioni per uscire di scena, l'allegoria dei trenini, hobby di "Strike" a “smontare” la violenza mostrandola nella sua crudezza, come un coroner della scientifica, che insiste nella descrizione di corpi maciullati dai proiettili, col sottofondo delle battute sprezzanti e irriverenti, di poliziotti, che avendo abiurato qualsiasi forma di pietà, irridono senza ritegno ai morti ammazzati.

Ho letto che proprio ieri l’attore feticcio di Lee “Thomas Jefferson Byrd” in questo film nel ruolo Errol Barnes, è stato ucciso a colpi di pistola. Quando la realtà imita e supera la finzione

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