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Shark - Il primo squalo

Regia di Jon Turteltaub vedi scheda film

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La recensione su Shark - Il primo squalo

di alan smithee
2 stelle

Un tragico incidente occorso cinque anni prima in uno degli abissi più inesplorati della Fossa delle Marianne, compromette carriera e devasta la coscienza di un esperto capitano di Marina, che tuttavia viene richiamato al dovere quando un simile incidente compromette i destini di un altro gruppo di sommozzatori.

In tal modo molte verità e responsabilità dell'episodio precedente trovano conferma, e tra queste l'ipotesi che uno squalo preistorico di dimensioni simili ad una balena sia sopravvissuto all'estinzione in quei luoghi misteriosi, ed ora sia sempre più propenso a guadagnarsi terreno e nuovo appetitoso cibo, diventa qualcosa di molto simile ad una certezza.

Un trama, imperturbabilmente strutturata in modo a tal punto originale - pescione a parte - la si ritrova in almeno 4/5 film di Stallone, altrettante volte almeno nella nutrita filmografia del suo eterno concorrente Swarzy, più chissà quanti altri tra The Rock e presso altre star dell'action lungo tutto l'ultimo ventennio, comprese le avventure dello stesso Jason Statham (qui imperturbabile e monolitico, ma non inguardabile e coerente con l'ambiente e le situazioni che lo circondano), impegnato nel ruolo dell'eroico ma sconfessato protagonista.

Ma il vero problema del filmaccio risiede altrove, pur se sempre nei paraggi della sceneggiatura: la pellicola in sé, capace di promettere sulla carta brividi a ripetizione, oltre che ripetitivi, rinnovati ed ingigantiti dalle dimensioni della belva acquatica, e confortato dalle tecniche ormai stupefacenti degli effetti visivi vicine alla perfezione, poteva almeno portarci a pensare di assistere ad uno spettacolone onesto come un revival tipicamente balneare perfettamente in linea con la stagione.

Ma se Jon Turtletaub, già da un ventennio alla mercé degli studios e protagonista di prodotti usa e getta assolutamente dimenticabili, fa qui il suo dovere sindacale impacchettando l'ennesimo blockbuster da pronto incasso in zona multiplex, ad uccidere ogni sentimento ci riescono alla grande gli stolti sceneggiatori, che sguazzano senza criterio né vergona su situazioni sentimental/familiari patetiche e risibili viste e digerite mille volte, dando spazio ad insopportabili minestroni sentimentali tra i sopravvissuti, e prodigandosi in siparietti con al centro una fastidiosissima bimbetta che - ammettiamolo senza farci troppi problemi - dopo pochi minuti ogni spettatore che conservi un minimo di carattere si augura (ahimè invano), che la petulante diventi parte delle prossime crocchette ad uso e consumo della belva.

Cast cino-americano come è ormai sempre più prassi diffusa per ingraziarsi un maggior bacino di utenza. Scene di massa che anelano alla tensione suscitata dalle scene di panico diffuso presenti presso l'intramontabile Jaws spielberghiano, ma senza riuscire a ripetere minimamente il miracolo e l'incanto della celebre ed inimitabile pellicola capostipite.

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