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Madre!

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Madre!

di qwe73
6 stelle

Una metafora religiosa, ma anche spirituale (attenzione: spoiler!)

 .

 .

Film che acquista il suo significato e svela la sua metafora fin da subito, se si è attenti. Metafora che diventa palese nel finale, quando il ciclo narrativo si chiude e ricomincia.
Javier Bardem è Dio, o il demiurgo (il poeta che crea). La sua compagna è la Natura che accoglie la creazione: la Madre appunto, la matrice e la materia.
I primi ospiti che invadono la casa (la Terra, o l'intero universo materiale) sono Adamo ed Eva, che subito entrano nella stanza proibita e si appropriano di ciò che non dovrebbero (la conoscenza del bene e del male).

Arrivano poi i loro figli, e uno (Caino) uccide l'altro (Abele).

Ma Dio perdona, e cerca di donare conforto alla famiglia e ai suoi parenti e amici (gli esseri umani).

Che nel frattempo aumentano, si moltiplicano, e stanno sempre più stretti nella casa, la devastano, si uccidono tra loro, mentre in tutto ciò ancora adorano e idolatrano chi li ha accolti e ha donato loro un messaggio di vita e speranza.

La Natura finalmente genera il Figlio di Dio, e subito gli esseri umani se ne appropriano, lo uccidono, e poi ne mangiano il corpo nella speranza di una salvezza.

La Natura, disgustata dagli esseri umani, infine si ribella e brucia la casa con tutti quelli che vi si trovano.

Dalle ceneri di questa apocalisse, Dio fa partire un nuovo ciclo di creazione, un nuovo mondo.

E sappiamo già che il nuovo mondo seguirà il destino di quello precedente.

Nei secoli dei secoli.

Amen.

Om.

 

Sebbene il film di Aronofsky sia ben realizzato ed esteticamente bello, esso è di fatto un'allegoria, un qualcosa che vuole designare un concetto. Qui "quello che dovrebbe essere lo scopo dell'arte, cioè la raffigurazione di un'idea, non è più lo scopo. Anche le opere d'arte più belle, in quanto allegorie non dicono niente di più di un'iscrizione, anzi dicono molto di meno".  E' forse per questo che, pur con tutta la sua ambizione, il film non riesce a suscitare in noi un'emozione profonda, ma al più un'amara e fredda riflessione razionale.

 

 

 

 

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