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Maria Maddalena

Regia di Garth Davis vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Maria Maddalena

di GIMON 82
7 stelle

Una figura controversa della storia cristiana riabilitata "Ad honorem" in questo film, il viso puro di Rooney Mara e il tormentato Cristo di Joaquin Phoenix regalano un film buono, ma con poco coraggio...

“- Maria: Tu ami mio figlio, vero? Devi essere preparata, come me. - Maria Maddalena: A cosa? - Maria: A perderlo. ”

 

Il cuore del film è in questa frase, giunge a noi come un eco sacro, ma la "Maria Maddalena " dell' australiano Garth Davis non è propriamente una figura segnata dall'agiografia, un po come tutti i suoi personaggi del resto.

Umani e tormentati dal dubbio, come il Gesù di Joaquin Phoenix, attore dalla vis nevrotica che qui è grande nel disegnare un Cristo poco iconografico ma molto esistenzialista.

Vi è il Giuda Iscariota impersonato dal "Profeta" Tahar Rahim, fedele al maestro ma pervaso da una perspicace inquietudine nei confronti del suo Rabbì.

Vi è il risoluto Pietro, al volto del "12 anni schiavo" Chiwetel Ejiofor, forte figura maschile dominata dal pregiudizio nei confronti della Maddalena.

E poi vi è lei, la Maria Maddalena che come in un dipinto barocco ha i lineamenti dolci di Roneey Mara.

Come in un quadro peregrinante segue il suo "Rabbì" Gesù, dalla Samaria a Gerusalemme propagandone il verbo.

La Maria Maddalena vista qui ha una sorta di confronto umano con lo spettatore, ella è un personaggio ribelle e rivoluzionario, avendo abbandonato la famiglia d'origine, pregna d'un patriarcato d'altri tempi.

È una chiave di lettura che il regista segue nel cercare di riabilitare una figura controversa dei vangeli, considerata a priori una prostituta, qui eretta a paladina di un femminismo ante litteram e fuori dai dogmi.

Seppur vi è un continuo rimando a Dio, ad una spiritualità conclamata nel viso di Phoenix e nella fedeltà di Maria di Magdala,la pellicola sceglie una strada semplice nel narrare la "riabilitazione" della donna.

La lettura narrativa è abbastanza scorrevole,a tratti dilatata nel restituirci paesaggi di Galilea ricostruiti in terra di Lucania, cercando di rendere il tutto immerso nella spiritualità.

I personaggi seppur spirituali, rimangono però ancorati a una solenne dimensione "umana". Quello che forse manca al film è una profondità nella storia , che in personaggi complessi come Giuda meritava più approfondimento, così come lo svolgersi dei passaggi fondamentali che portano il Cristo al Golgota.

Tutto ciò viene sacrificato in un ellissi inspiegabile, forse per dare finalmente spazio alla "donna" Maddalena e il suo credo cristiano. 

Un tentativo di "requiem" che cerca di discostarsi dalle precedenti pellicole sul sacro, che in una sorta di anatomia religiosa ci svela il rapporto tra Cristo e la Maddalena come di una relazione pervasa di affettività.

Se il Cristo "fricchettone" o "rockstar" di Phoenix mantiene un alterità quasi distante dal resto dei personaggi, la candida Rooney Mara è una sorta di "trait d'union" tra il dubbioso Cristo e gli altri discepoli.

Tutto ciò spiega un certo "politically correct" che in tempi di "mee-too" non guasta, restituendoci e riabilitando un personaggio segnato dal cattivo nome.

A parte questa piccola parentesi, il film è funzionale al racconto e la narrazione scorre  piacevolmente, donandoci un "apostolo" del gentil sesso alla nostra visione.Forse bisogna osare un pizzico di più per avere un film ottimo a cui ho dato tre stelle e mezzo, perchè ho adorato l'interpretazione sofferta di Phoenix, un Cristo atipico perché umano, ma sopratutto perchè sono legato alle location lucane, ed anche perçhè nel complesso è godibile.Magari se ci fosse stato il coraggio di un regista come Scorsese avremmo visto un film con più di spessore, che nella lettura di queste figure "oscure" della religione , non guasta mai...

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