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The Startup - Accendi il tuo futuro

Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film

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Karl78

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La recensione su The Startup - Accendi il tuo futuro

di Karl78
stelle

C'è del buono. Molti dei difetti stigmatizzati all'inizio non saranno esclusivamente italioti e saranno luoghi comuni ma questo non li rende meno veri, in particolare se ci avete sbattuto il muso più di una volta - e ce lo abbiamo sbattuto in tanti, ripetutamente. Solo che, ahimè, The Startup è la dimostrazione di quanto sia necessario un mutamento profondo, radicale, un salto di paradigma direbbe Thomas Kuhn, e al contempo di quanto sia difficile e per molti impossibile anche solo immaginarlo. Le soluzioni proposte infatti non sono altro che palliativi, perfettamente metabolizzati dal sistema, che da queste non ne esce scalfito nemmeno un po', anzi... E i cortocircuiti sono tanti. Il più importante è quello che riduce, equiparandoli e identificandoli, merito e valore (il vero, reale sito egomnia.com, progetto fuffa che risale al 2012, recita, in home page: Accendi il tuo futuro, Calcola il tuo valore. Io lo trovo davvero aberrante) ad una fredda classifica, basata su quale algoritmo di preciso non si sa ma fondato comunque su risultati acquisiti, acquisiti in quel mondo marcio che non piace a Matteo. Ma se sono frutto del sistema putrefatto e corrotto, in che modo saranno stati raggiunti tali risultati? Voti, percorsi formativi, accademici, specializzazioni, esperienze lavorative... Se il massimo risultato in questi ambiti non lo si ottiene già in base al merito, chi risulterà in cima secondo l'algoritmo? I più raccomandati di tutti? Spiacente ma, seppur meglio di niente, non se ne esce in questo modo. Si aggiunge solo l'ennesima 'certificazione' in più che di fatto certifica ben poco o proprio nulla o null'altro che la paraculaggine. Certo, dai bimbiminkia che nulla hanno conosciuto se non la parte più balorda e degradata di questo sistema, del quale sono totalmente intrisi tanto da essersi fuso con il DNA e da rendere pressochè impossibile pensare secondo schemi differenti e alternativi, è difficile aspettarsi qualcosa di realmente diverso, dirompente, rivoluzionario. La rivoluzione si limita ad essere semplicemente la proposta di un accessorio in più, e anche di dubbia utilità - anzi, per ora, nel mondo reale non cinematografico, di nessuna utilità.

 

D'altro canto, il film pare suggerire che l'idea sia venuta a Matteo guardando la 'classifica' degli atenei pubblicata su un quotidiano (oh, internet generation, nel 2017 vi basate su un ritaglio di giornale? Ma sveglia, che il sole è alto!), solo italiani peraltro - e niente, nemmeno quando si critica il Belpaese riusciamo ad uscire dal provincialismo: ma prendere almeno come riferimento un ranking a livello mondiale? Tali classifiche rientrano esattamente nella logica inquinata di cui sopra, per i criteri e i modi in cui vengono stilate, dove iper e ipodopato si mischiano, si mescolano e si intrecciano in un cocktail esplosivo - anzi brodaglia - e per quel che possono rappresentare nella percezione di chi le legge, se privo di efficaci strumenti atti a filtrare ed elaborare tali informazioni.

 

E ancora: la banca rifiuta di concedere il finanziamento con tutta l'ignoranza che possiamo immaginare. Bene. 'Se Steve Jobs fosse stato in Italia non gli avrebbero dato neanche il mutuo per la prima casa', dice Matteo al padre. Probabile - epperò invece quelli li han dati e li danno: sicuri che sia, nell'ottica paese, la scelta migliore? Ma, siccome i soldi servono, che si fa? Niente paura, il papà tanto 'conosco uno che...'. Fa il lavoro (di programmazione, cioè scrive il software, il codice) per solo diecimila euro. Ovviamente senza fattura: '(a)nnnnamoooooo!'. Ah! Amici di amici? E se io non conosco? Se non ho quel tipo di amici ma ho un'idea e un progetto 'oggettivamente' - come Matteo si illude sia il suo algoritmo, viziato invece alla base - più validi dei tuoi? Ti attacchi al caz... Anzi no, nel caso specifico, fai quello che hanno fatto tutti, te lo scrivi da solo il codice. A Mattè, l'amico di papà si rivelerà pure 'na mezza sola ma tu che sei? Manco er programmino te sbatti a compilà? A lui je serve a squadra. A Er maggico. E che sarà mai? Er programma spaziale da a NASA? A Mattè... ma nun t'allargà... nun ce sfaciolà er cazzo!

 

E quindi? Quindi lodevole intento, cinematografico o storia vera da cui si attinge che sia (ma anche no: vedi sotto), ma non è la soluzione a(d)i (alcuni dei) mali del nostro paese - e non solo (e no, non sono registrato ad egomnia e non ho intenzione di farlo, anche perchè funziona pessimamente ed è assai limitato. Robetta per bimbiminkia con la pagellina da mettere in mostra. Senza contare che il sito è quasi morto). E questa è forse la parte migliore, l'inizio. Il resto, la parabola dell'onesto e ingenuo che si ubriaca di soldi e di potere (ma che altro aspettarsi da un bocconiano? Film porno, come Sara Tommasi, che diamine! Che media aveva lei? Dove la posiziona l'algoritmo?) diventando un pezzo di merda per poi rinsavire (ma quando mai?) nel lieto fine, lo abbiamo già visto mille volte, e con ben altri risultati - chiedo l'aiuto dell'algoritmo per valutarli 'oggettivamente' però. Sia per quanto riguarda la regia che la sceneggiatura che l'interpretazione. Sarei curioso di sapere come valuterebbe The Startup il famoso algoritmo. In mancanza di ciò, il mio di algoritmo conferirebbe 2 stelle circa. In teoria. In pratica però... un'operazione come questa non può non fare i conti con la realtà alla quale si ispira e l'immagine che vorrebbe darne. E lo scollamento è totale.

 

Per avere comunque una vaga idea degli aspetti critici della questione, pur senza prenderlo naturalmente come oro colato: articolo comparso su Wired https://www.wired.it/economia/start-up/2017/04/07/egomnia-startup-matteo-achilli/ E anche: https://it.businessinsider.com/egomnia-il-grande-bluff-diventa-un-film-che-fa-male-alle-vere-startup/ o, più possibilista https://www.startupbusiness.it/egomnia-veramente-un-storia-film/91540/ E così via.

 

Insomma, chiaro dove voglio andare a parare, no? Ho considerato e valutato la storia sino a qui come prevalentemente immaginaria, ideale e nel suo potenziale, non come storia e fatto reale. Altrimenti il commento sarebbe stato semplicemente uno: f(tr)uffa. Tutte le buone intenzioni crollano di fronte all'inutilità del fatto reale al quale agiograficamente (e Fincherianamente/TheSocialNetworkianamente) si ispira. Niente eroismi, niente rivoluzioni del mercato del lavoro, economiche, sociali. Solo f(tr)uffa. E d'altro canto, ancora, ma che vi aspettavate da un convenzionalissimo bocconiano (ridicola la sparata contro le raccomandazioni in quella che è una fabbrica di raccomandazioni continue. Naturalmente senza offesa per i bocconiani fuori dal coro, che pure sono numerosi. Memorabile inoltre la sbugiardata del prof. che finge di regalargli un 30 e lode dopo il pessimo esame: 'Ah accetterebbe eh? Con buona pace dei suoi discorsi sul merito) che ragiona per schemi precostituiti e a frasi fatte tipo slogan? Al massimo uno spot pubblicitario o la fotocopia leggermente modificata/adulterata di qualcosa che già esiste. Come egomnia. Come questo - scorretto - film/spot.

 

Considerando tutto ciò quindi, il mio algoritmo modifica la valutazione teorica precedente di 2 stelle circa con la valutazione pratica equivalente a mezza stella.

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