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Da morire

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Da morire

di Texano98
8 stelle

Certe volte per riuscire a comprendere appieno l'opera di un artista, che sia un regista o musicista o altro poco importa, bisogna essere in sintonia con il suo pensiero e il suo stile. Molte volte mi è capitato di far sentire ad un amico un pezzo di una canzone in cui sentivo qualcosa di speciale mentre lui non l'avvertiva, come spesso mi trovo davanti a film che trovo geniali e di cui pochi tengono conto; è il caso di questo film di Van Sant. Una sorta di Re per una notte spostato negli anni '90, con protagonista una a dir poco stupenda Nicole Kidman che riesce a passare da momenti in cui sembra una contadinotta montata di testa ad altri in cui è maleficamente inquietante. La protagonista ha sempre avuto un sogno nella sua vita: entrare a far parte del club di quei personaggi che popolano quella scatola rettangolare (all'epoca anche quadrata) che è la televisione, il mezzo per eccellenza tramite il quale i media entrano nelle nostre case; distorcendo la realtà e creando dei miti, e spegnendo la ragione, generando quindi... beh, dei mostri (ok questa era scontata). Le immagini patinate della TV nascondono "sotto il tappeto" una realtà ben più triste di quella a cristalli liquidi, infatti Van Sant non si scorda dei giovani di cui quasi sempre parla nei suoi film: in questo il trio di bulletti sfigatelli riesce a creare un senso di empatia nello spettatore, ma anche a comunicare come il mondo riesca ad inquinare e distorcere le giovani menti. Le immagini della TV ci fanno scordare la realtà: ad esempio quella delle piccole città di periferia o della classe meno abbiente; questi poveri ragazzi dall'avvenire grigio non sono solo abbandonati a se stessi, ma sono anche carne trita del piccolo schermo, il quale li cresce e li fa sognare, benchè rimarranno sempre nella loro roulotte affianco ai genitori sbronzi. E di certo le cose non vanno meglio nei dietro le quinte dei set dove "i sogni vengono fabbricati": questo mondo dei sogni è fatto in realtà di ben pochi meriti e di tanta fortuna, soprattutto le donne per riuscire a farsi strada devono prepararsi a scordare la parità sessi, geniale in merito la scena della lettera auto-scritta dalla ragazza che cercava di fare carriera in cui dice di essere "moderatamente intelligente" e di "succhiare i cazzi come nessun'altra".

 

Bellissima l'ultima inquadratura sulla ragazzina che viene "sdoppiata" in tanti cloni di se stessa, come venduta, mercificata sugli schermi di coloro che quella sera ascolteranno la sua storia alla televisione, decisamente straniante come chiusura del film, oltre che beffarda. Il personaggio di River Phoenix, nemmeno a dirlo molto convincente nella sua interpretazione, è un altro simbolo dell'ingenuità degli adolescenti che deve purtroppo fare i conti con la crudezza della realtà. Mosso esclusivamente dai sentimenti e dall'istinto viene manovrato e distrutto dalla persona che amava di più, che venerava in maniera del tutto folle e sognante; è la stessa Kidman a dire alla sua amica Lydia: "get real", "scendi dalle nuvole". Oltre al gruppo di protagonisti e all'esuberante Kidman, chi potrà mai scordarsi i suoi sorrisi schizzati mentre fissa in camera o le sue innumerevoli pose a di poco sexy, alla fine del film abbiamo anche un cameo che nessuno si sarebbe mai aspettato: David Cronenberg che fa un sicario italo-americano(o canadese!), insomma tutto un programma. Mettendo insieme tutti i puntini, guardandolo nel complesso, non è un film perfetto ma per me rimane comunque magnifico e tremendamente sottovalutato. Non lo ritengo un Van Sant "minore" e nemmeno "snaturato", anzi io credo che chi lo dica non sappia bene cosa vuol dire la parola "versatile", il nostro amico gaio invece a quanto pare lo sa, e secondo me pure lui non è stato per niente triste a lavorare con Nicole! :D si scherza eh. 

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