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Charley Thompson

Regia di Andrew Haigh vedi scheda film

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La recensione su Charley Thompson

di Zagarosh
7 stelle

Se 45 anni si basava su ciò che non si diceva e su quello che a malapena i personaggi suggerivano con sguardi, sospiri e minuscoli cenni, il nuovo Charley Thompson è un film di “confessioni”, nel quale sembra esserci una urgenza di comunicazione e non invece il bisogno di celare le proprie emozioni. E se in quel dramma che parlava di un amore ormai agli sgoccioli, Haigh analizzava la fuggevolezza delle proprie passioni, così fragili da piegarsi al passare degli anni e persino dei mesi (come in Weekend), adesso il viaggio di Charley ha la sua conclusione in un nuovo inizio ed Haigh pone il suo nubiloso sguardo su ciò che deve ancora accadere e non sui ricordi.

 

Se quasi sempre nei film americani è la assenza di "social care" a spingere i personaggi verso decisioni difficili, in Charley Thompson è il personaggio principale a respingere ogni presidio sociale. Il percorso per raggiungere sua “zia” (la sola persona che rimane inconoscibile a chi guarda) deve essere per forza di cose gravoso perché faccenda personale. E non c’è casa che Charley riconoscerebbe come sua se non quella che vuole raggiungere con le proprie gambe. Ma se ad Haigh, paladino di un cinema dimesso e disadorno, non si chiedeva di rendere picaresco il suo road movie, il cammino di Charley non coinvolge come dovrebbe perché, al di là della speranza e della vergogna (per quello che è e per le azioni che compie) di cui sono carichi gli occhi del ragazzo, non c’è nulla da leggere se non quello che viene già espresso in maniera chiara.

 

Haigh riprende Charlie Plummer quasi sempre in penombra o di spalle, lo nasconde e lo confonde fra le persone più grandi di lui che lo circondano. Proprio come il ragazzo, che cerca sempre di fingersi maggiorenne, la macchina da presa sembra voler camuffare la sua giovinezza per farlo sembrare meno piccolo di quello che è. Almeno fino all’immagine finale, in cui un primo piano spazza via ogni dubbio e rivela il viso bambinesco di Charley Thompson. Non ragazzino che si fa uomo (come avviene nei coming of age), ma un giovane che si finge uomo per inseguire il sogno di vivere un giorno come un quindicenne qualsiasi.

 

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