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Tully

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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La recensione su Tully

di barabbovich
5 stelle
Marlo (Theron) gira tutto il giorno come una trottola per stare appresso ai figli (uno dei quali ti fa venir voglia di menare le mani), ne aspetta un terzo, è ingrassata, stanca, ai limiti delle resistenza fisica, eppure mantiene i nervi saldi, mentre suo marito (Duplass) passa le ore a giocare con la playstation. Quando si profila la possibilità di prendere una tata notturna (Davis) che provveda allo svezzamento della neonata, Marlo dapprima nicchia, ma poi cede al bisogno. Un incidente automobilistico la riporterà alla realtà.
Se avete qualche dubbio circa la possibilità di avere figli o meno, guardatevi Rosemary's baby, L'innocenza del diavolo, ...E ora parliamo di Kevin e questo Tully, che nella prima mezz'ora ve la farà passare completamente. Jason Reitman - ancora una volta accompagnato da Diablo Cody - torna al tema della maternità che gli aveva regalato un successo planetario con Juno, dando a Charlize Theron - come in Young Adult - l'occasione per un'altra prova attoriale stoica e superlativa. Nonostante la presenza gigantesca (22 chili in più, un corpo sfatto come in Monster) della 42enne attrice di origini sudafricane, il film si attorciglia su un loop narrativo che, dall'ingresso della tata nella vita della protagonista, procedendo per piccolissimi passi evolutivi fino all'agnizione finale, risolta con un espediente metafisico. Un passo falso nella carriera dell'autore di gioielli come Men, women & children, che nel sommare una tata a personaggi epocali come Mary Poppins e Mrs. Doubfire non va oltre il compitino sul surplus lavorativo delle madri, senza aggiungere nulla di originale.   
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