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È sempre bel tempo

Regia di Gene Kelly, Stanley Donen vedi scheda film

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La recensione su È sempre bel tempo

di Antisistema
8 stelle

È una vera sorpresa questo È sempre bel Tempo del 1955 che segna l'ultima collaborazione in co-regia tra Stanley Donen e Gene Kelly. Non avrei scommesso mezzo euro su questa pellicola visto che dei musical di Donen, si rammentano ben altri lavori e Mereghetti gli aveva appioppato 2.5 stelline; però un paio di recensioni entusiaste da parte di utenti esperti di Film tv come jonas e steno79, hanno riacceso le mie speranze e rotti gli indugi, l'ho visto e ovviamente mi ha conquistato.

 

Ted (Gene Kelly), Doug e Angie sono tre commilitoni ritornati vivi dall'inferno della seconda guerra mondiale e che decidono di farsi un'ultima bevuta insieme nel loro bar preferito. I tre sono molto amici e decidono di scommettere contro lo scettico barista, che dopo 10 anni si rincontreranno alle ore 12 in quel posto. Un decennio dopo i nostri tre amici fortuitamente si reincontreranno in quel bar, ma la realtà della vita li ha cambiati.

 

É un musical totalmente diverso da tutti gli altri di quel periodo come si può notare dalla sinossi. E' Sempre bel Tempo risulta essere uno dei musical più personali tra quelli prodotti dalla MGM e fortuna per noi spettatori che alla regia del film c'è il fantastico duo di Cantando Sotto la Pioggia.

In questo musical non manca divertimento e un po' di allegria, ma il tutto é impregnato da una malinconia e un'amarezza di fondo che è veramente toccante ed incisiva. Tre esseri umani che avevano sogni e speranze, si ritrovano 10 anni con le loro ambizioni frustrate e delle vite personali al totale scatafascio. Ted; unico scapolo del gruppo, doveva spaccare il mondo ed invece dopo 10 anni gestisce mediocri incontri di pugilato trovandosi invischiato in loschi traffici. Angie che sognava di gestire un ristorante di alto livello, invece si ritrova con un locale che non serve cibo di alta classe. Infine Doug, che sognava di essere un pittore ed invece s'è ritrovato a fare il grafico pubblicitario ed ha un matrimonio giunto al termine oramai.

 

Vedendo queste storie si capisce come il tema del tempo sia fondamentale in questo film. Stanley Donen con la sua forte ironia (qua più scazzato e iracondo rispetto ad altri suoi film), distrugge il sogno americano di cui si faceva portatrice l'america di Eisenhower (citato in filmati di archivio nella favolosa prima parte di film). I nostri protagonisti più sono cresciuti, più hanno accumulato roba e più sono infelici. Non a caso 10 anni dopo acidamente si punzecchiano e finiscono con il detestarsi cordialmente (mitico il brano musicale cantato interiormente da ciascuno di loro).

Altro grande attacco é al mito della televisione e ai meccanismi che muovono tale mezzo. Jackie, nota conduttrice televisiva e conoscente di Doug, vuole sfruttare questo avvenimento per far impennare gli indici di ascolto del programma serale e per questo tenta di ingannare Ted così da sfruttarlo per l'incontro serale con con Doug ed Angie negli studi televisivi. In sostanza, la TV vuole appropriarsi di questo avvenimento per propagandare un'idea di sogno americano totalmente scollegata dalla realtà e non a caso sarà fatta a pezzi dai nostri tre protagonisti tra i vari sorrisi forzati della conduttrice.

L'american way life, trova il suo elogio funebre nel suo mezzo propagandistico per eccellenza, la televisione e di riflesso nel cinema.

 

Non si deve dimenticare la natura di musical del prodotto e i brani musicali e danzati non mancano. Gene Kelly balla con qualunque cosa sotto i piedi, che siano pattini a rotelle o coperchi di bidoni della spazzatura; semplicemente sovra-umano.
In sostanza è un musical sull'amicizia, l'amarezza dei rapporti umani, i fallimenti della vita, lo scorrere del tempo e una forte ironia distruttiva verso tutti i feticci capitalisti dell'era Eisenhower, televisione in primis.
Nonostante uno scioglimento finale positivo, l'amarezza di fondo nell'emozionante finale c'è tutta. Il musical classico per come impostato, non poteva reggere a tale contraddizione (fotografia colorata con contenuti che in modo satirico distruggono elementi capitalistici) e per questo fu un flop al botteghino a suo tempo; ma decenni dopo merita di essere riscoperto perché è uno dei film più incisivi di quel periodo e tremendamente attuale.

 

Manifesto

È sempre bel tempo (1955): Manifesto

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