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Cuore di vetro

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Cuore di vetro

di Kurtisonic
8 stelle

Concepito in un unico corpo di immagini e musica che si compenetrano e si fondono in una sintesi straniante. Gli attori, tutti non professionisti tranne uno, recitano in stato di ipnosi per volontà dello stesso Herzog, la musica è quella psichedelica dei Popol Vuh che col regista tedesco hanno aperto un canale comunicativo simbiotico. La storia è esile e poco importante, tanto il film è basato su significati simbolici e metaforici che stavolta non evidenziano una figura particolare dell'universo herzoghiano, ma un'intera comunità che rappresenta tutta l'umanità. Cuore di vetro è lo smascheramento della condizione umana, del suo destino  e indica l'inevitabile lotta al trascorrere del tempo e all'insanabile desiderio di eternità, di visione e di salvezza. Ritmi lenti e studiati, inquadrature curate al limite del pittorico, uso drammaturgico della luce, l'impatto visivo e sonoro è affascinante e sperimentale tanto da non offrire chiavi di lettura immediate della narrazione se non la possibilità di allontanarsi ed abbandonarsi a un flusso sensoriale coinvolgente. Consigliato solo per estimatori di Herzog, sfiora sensibilità attente e amanti della sua filosofia cinematografica. A questo proposito il dvd della RHV contiene negli extra il bellissimo documentario " La grande estasi dell'intagliatore Steiner" che all'apparenza potrebbe essere un documentario sportivo sul salto con gli sci, ma che in realtà non ha nulla a che fare con quello che specialmente oggi consideriamo un contenitore di valori e di modelli che si esprimono nello sport. Steiner è un saltatore di sci dai risultati formidabili e quasi mai apprezzati in pieno, è il classico uomo herzoghiano che per un attimo riesce a liberarsi dalla sua condizione di essere umano per immergersi nella natura che lo accetta in quanto entità trasfigurata, fuori da ogni regola e da ogni controllo, lontano da sè e dagli altri. La mdp lo riprende con un' efficace e  disarmante  semplicità che ne sottolinea la solitudine agognata e la sensibilità. I salti con gli sci sono sequenze spettacolari  e affascinanti, accompagnati dalle sonorità dei Popol Vuh quanto mai adatte. Commovente lo stesso Steiner  quando parla del ritrovamento  di un piccolo uccello, prima salvato e nutrito e poi costretto a sopprimere  perchè preda dei suoi simili. Simbolicamente rappresenta un pò la sua storia, nella metafora del volo, apoteosi del gesto verso una condizione assoluta irraggiungibile se non per pochi istanti ma necessaria per giustificare l'esistenza.

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