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Un borghese piccolo piccolo

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Un borghese piccolo piccolo

di bradipo68
10 stelle

Da vedere e rivedere religiosamente,poi da mandare a memoria per i posteri.Il film di Monicelli è decisamente un film di rottura sia con quello che lui aveva fatto prima sia con la concezione di commedia all'italiana.E per sottolineare questa rottura il suo braccio armato coincide diabolicamente con la maschera di Alberto Sordi che è uno dei simboli stessi della suddetta commedia all'italiana.Un borghese piccolo piccolo è un film che inquieta per come evidenzia le macerie della società italiana,borghese appunto.Oberata dalla burocrazia(gli ufficetti con gli impiegati nascosti dietro montagne di faldoni),dall'inefficienza(la parentesi grottesca delle bare accatastate),in cui si va avanti solo grazie a conoscenze e raccomandazioni.E'l'Italia denudata di tutta la poesia,l'arte e tutto ciò che di bello ha.E'l'Italia dove si accende una lotta intestina per arrivare al tanto agognato posto fisso che coincide con il miraggio di una vita migliore.Giovanni Vivaldi(Sordi) è il perfetto esponente medio(cre) di questa società.Una vita in grigio passata a sognare di nascosto,un figlio,Mario(Crocitti) appena diplomato che lui porta in palmo di mano ma che in realtà ha capacità abbastanza limitate e che riesce sempre a far sfigurare il padre,naturalmente non volendo.Giovanni fa letteralmente di tutto per trovare quella corsia preferenziale che permetterebbe al figlio di entrare al ministero indossando così la corazza del posto fisso e sicuro.Muove conoscenti,colleghi,si affida a costose regalie,si umilia,addirittura si iscrive alla massoneria dopo un rito più comico che altro.Ma proprio mentre sta accompagnando il figlio a fare l'esame(truccato) per il lavoro un rapinatore glielo uccide.Muoiono i suoi sogni.Muore il suo scopo di vivere.E la moglie si trasforma in una sorta di vegetale,paralizzata.Anche se la prima parte non era propriamente comica in qualche frangente si sorrideva.Ora dopo la morte di Mario il film che comunque una fotografia emaciata avvicinava più all'apologo grottesco alla Ferreri che alla nazionalpopolarità fantozziana(richiamata comunque in modo abbastanza evidente) assume tonalità ancora più livide.La maschera di Sordi si contrae,lo sguardo si fa torvo,il desiderio di vendetta irrompe.E lo fa trasformare in giustiziere.Monicelli è ben lontano dal giustificare il suo protagonista,si limita a documentare la sua vendetta senza prendere posizione.Ma in realtà affonda il maglio contro la crisi di valori imperversante in quegli anni di piombo.Giovanni Vivaldi perde le coordinate di quello che è bene e agisce come un cane sciolto e per questo ancora più pericoloso.Praticamente senza coscienza.La vendetta consumata è frutto del suo istinto che ha  annientato del tutto la sua capacità di raziocinio.Il suo capanno di pesca che doveva essere la casetta da risistemare per la sua vicina pensione diviene il luogo della prigionia e dell'uccisione.Un borghese piccolo piccolo contiene una smisurata prova d'attore di Sordi che per la prima volta si presta a una parte così complessa dal punto di vista morale.Ed è un film dove emerge prepotentemente la visione monicelliana di una società laida priva di punti cardinali.E per questo vittima sacrificale di terrorismi,mafie e degradi vari....

Su Mario Monicelli

regia perfetta nel dosare le suggestioni

Su Alberto Sordi

smisurata prova d'attore

Su Shelley Winters

quasi solo sguardi

Su Romolo Valli

eccellente il suo Spaziani

Su Vincenzo Crocitti

non male

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