Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Grottesco a causa dei toni adolescenziali in mano a ultracinquantenni goliardici, cinico e intriso di un maschilismo di fondo a tratti veramente umiliante, che però si redìme in quanto i veri umiliati alla fine sono i protagonisti, divertiti ma fondamentalmente, chi più chi meno, sono dei falliti con il disperato bisogno di autoconfortarsi.
Il film infatti alterna momenti di comicità goliardica a momenti di profonda malinconia (le scene d' apertura sono di un' amarezza estrema, oltre che memorabili per la scenografia di una Firenze d'altri tempi)... la vita sfacciatamente libertina di questi "vitelloni" cinquantenni sembra voler fungere da antidoto per una disperazione di fondo, una solitudine latente legata al senso di fallimento delle proprie vite (su tutti il personaggio del Mascetti) ma forse per la troppa paura di soffermarsi ad analizzare i propri fallimenti, di guardare cosa veramente sono, preferiscono godersi i piaceri della vita, combinando scherzi esilaranti e ... pensando alla "fi*a", prima che sopraggiunga la vecchiaia... si ride, ma si ride amaro...
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